Green pass e vaccinazioni del personale vanno bene, ma perché continuano ad esserci 25 e a volte 30 alunni per classe? A chiederlo è Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, dopo che l’80% degli alunni ha ripreso a frequentare la scuola in presenza.
Commentando il ritorno a scuola in quasi tutte le regioni, Fratoianni ha detto che “servono interventi più decisi e più rapidi: Green pass e vaccino, che sono fondamentali, non possono diventare lo schermo dietro cui ripararsi per non mettere in campo strumenti che sono necessari per combattere la pandemia I trasporti sono un grande problema, come lo è il numero di alunni per classe”.
Poi, il segretario di Sinistra Italiana mette in atto l’affondo: “Sarebbe stato necessario un intervento, che non c’è stato, per una riduzione significativa di studenti nelle aule perché questo consentirebbe anche un distanziamento maggiore“.
Anche se è presto per giungere a delle conclusioni, gli stessi casi di DaD riscontrati nei primi giorni di scuola, una decina in Lombardia, dopo quelli riscontrati il giorno prima in Alto Adige, sembrano dare sostegno a questa tesi.
Sullo stesso argomento, nella stessa giornata, si è espresso il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi: a margine di un evento a Firenze, il numero uno del Mi ha detto: “abbiamo individuato esattamente dove sono le classi numerose: noi agiamo sulla base di numeri e di analisi precise”.
“Sappiamo perfettamente che” le classi numerose “sono il 2,9% su base nazionale – ha affermato – sono concentrate in alcune scuole, in particolare quelle tecniche, e lì mettiamo i nostri interventi che abbiamo già fatto dando risorse proprio a quelle scuole”.
Bianchi è quindi tornato a parlare del modello delle classi aperte “per sviluppare al massimo l’innovazione nella scuola, e quindi va molto oltre il problema contingente” delle classi numerose.
Il responsabile del Mi ha infine affrontato il tema della riduzione dell’organico Covid, spiegando che “noi abbiamo dato a tutte le scuole d’Italia il personale, cosa che generalmente avveniva ad ottobre-novembre ed invece lo abbiamo fatto all’inizio”.
Si tratta di circa 44mila docenti e Ata aggiuntivi complessivi, con garanzia del contratto fino alla fine del 2021.
La quantità di questi lavoratori per ogni istituto riguarda “un potenziamento – ha detto ancora il ministro dell’Istruzione – che viene attribuito sulla base di un parametro che è la numerosità delle classi, cioè lo mettiamo là dove serve, cioè non più interventi a pioggia ma interventi mirati”.
A questo proposito, comunque, va rilevato che qualche unità di personale docente o Ata non permetterà di creare di certo classi dimezzate o divise, ma solo di agire sull’emergenza (ad iniziare dalle assenze dei titolari) o di meglio organizzare il piano generale sulla sicurezza in ogni istituto.
Sull’eccessiva concentrazione di alunni nelle classi, anche La Tecnica della Scuola si era espressa nel suo editoriale di inizio a.s. 2021/22. Qualche giorno dopo, la rivista Tuttoscuola è andata quantificare i casi limite, scoprendo che nell’anno del Covid, il 2020/21, riguardano circa 14 mila scuole, su oltre 360 mila totali, frequentate da quasi 400 mila studenti studiano “da 27 fino a 40 alunni“.
E ad entrare in queste classi, alternandosi nel corso della giornata scolastica, sono 25 mila docenti. Un fenomeno che tocca l’apice nei primissimi anni delle superiori, in particolare nei licei scientifici dove la domanda è altissima. A queste, poi, si aggiungono diverse decine di migliaia di classi composte da circa 24-25 alunni.
Anche per l’Anief, “comincia ad essere evidente che le rassicurazioni del ministro dell’istruzione sul mantenimento delle attività didattiche in presenza, senza tornare alla dad, debbano fare i conti con delle varianti del virus particolarmente potenti, ma soprattutto con l’inerzia di chi governando la scuola aveva la possibilità di aumentare gli spazi delle aule, dimezzare il numero di alunni per classi, incrementando invece quello di docenti e personale Ata. Tutto questo non è stato fatto e la dad è la conseguenza naturale”.
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