Per il ritorno in classe a settembre i nodi da sciogliere sono tanti: dai test sierologici e i presidi medici in ogni scuola, ai servizi igienici carenti nella maggior parte dei casi. Senza dimenticare un reale parametro per l’affollamento delle aule e la questione distanziamento sociale.
Sono alcuni dei temi su cui i sindacati della scuola hanno chiesto di riflettere al Comitato Tecnico Scientifico, in seguito all’incontro avvenuto nella giornata del 2 luglio presso la sede della Protezione Civile in presenza anche del Ministero dell’Istruzione. L’obiettivo è quello di costruire un protocollo di sicurezza per il rientro a scuola previsto a settembre.
Se sui test sierologici per il personale scolastico e la richiesta di un medico in ogni scuola abbiamo già dato spazio, ci sono senz’altro altre tematiche su cui bisogna riflettere.
Ne è convinta la Gilda degli Insegnanti, che ha chiesto al comitato di esperti di soffermarsi su una problematica comune a tantissime scuole italiane: i servizi igienici scolastici. Infatti, “Nella maggior parte dei casi, la disponibilità dei bagni negli edifici scolastici è insufficiente in rapporto al numero degli alunni e del personale scolastico. Una carenza già grave e che si acuisce ulteriormente in questa fase particolare”, afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda.
Di Meglio tocca anche un altro aspetto piuttosto frequente della questione ritorno a scuola, ovvero quello del pochissimo tempo a disposizione che intaccherà sicuramente anche le operazioni legate al conferimento delle supplenze: “Purtroppo – conclude Di Meglio – siamo in forte ritardo sull’organizzazione di tutti gli aspetti legati alla ripresa dell’attività didattica in presenza, compresi i provvedimenti per le nomine dei supplenti che, con ogni probabilità, slitteranno ad anno scolastico inoltrato”.
Si parla di protocollo di sicurezza. Ed ecco allora che torna al centro dei pensieri il distanziamento sociale.
Ecco perché la Cisl Scuola ha tenuto a sottoporre al Comitato tecnico scientifico la questione, per ottenere dei chiarimenti: “Il distanziamento e le misure indicate dal CTS, di cui va prevista una modalità sostenibile di attuazione, implicano opportune soluzioni organizzative sia per rispettare la distanza di un metro “da bocca a bocca” sia per l’attivazione di sistemi di contact tracing che consentano di intervenire tempestivamente in caso di contagio, onde circoscrivere rapidamente eventuali focolai“, si legge sul comunicato del sindacato guidato da Lena Gissi.
Sul tema l’INAIL, ha ribadito il metro lineare come indicatore del distanziamento necessario, ritenendo che gli indici di affollamento (in metri quadri) siano già contenuti nella normativa generale, comunque da rispettare.
La CISL Scuola ha chiesto che sull’indice di distanziamento “siano forniti ulteriori chiarimenti e precisazioni, considerando che molte scuole sono state costruite prima dell’entrata in vigore della norma del 1975 e quindi non risultano ad essa soggette, oppure hanno situazioni edilizie che non sono coerenti con i limiti imposti“.
In special modo, la segretaria Gissi ha anche chiesto di chi sia “la responsabilità nel definire gli indici sul numero massimo di alunni per classe, in relazione agli obblighi relativi all’edilizia scolastica propri degli enti locali“.
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