La riapertura delle scuole non dipende dalla consegna dei banchi monoposto, né dall’assegnazione di adeguato organico aggiuntivo, ma è soprattutto legata all’andamento degli indici epidemiologici, che dopo gli innalzamenti, compreso il fatto che l’età media degli infetti continua scendere, ha già indotto il ministro della Salute a chiudere le discoteche. A questo scopo, per fare un punto sullo stato dell’arte e se effettivamente la risalita dei contagi è compatibile con il ritorno in classe di oltre otto milioni di alunni e un milione tra docenti e personale Ata, per fine agosto sono state programmate due importanti riunioni. E non è probabilmente un caso che più di qualcuno abbia già paventato la possibilità di far slittare la ripresa delle lezioni dopo le elezioni del 20 e 21 settembre.
La prima – sempre coordinata da Agostino Miozzo, dirigente che assiste il governo nella gestione del dossier Coronavirus – si svolgerà il prossimo 29 agosto – esattamente due settimane prima della programmata riapertura delle scuole – e riguarderà il Comitato tecnico scientifico.
L’incontro degli esperti servirà principalmente per analizzare gli indici epidemiologici del Covid-19, con un bilancio regione per regione sull’andamento dei contagi.
Due giorni, l’ultimo giorno di agosto, si replicherà con una Conferenza internazionale promossa dall’Oms Europa – cui parteciperà anche il ministro della Salute, Roberto Speranza – che ha all’ordine del giorno proprio la riapertura delle scuole.
In questo caso, l’obiettivo è dare indicazioni su procedure che potranno essere condivise, al di là delle differenti situazioni dei Paesi dell’Unione europea.
È confermata, intanto, la riunione prevista mercoledì 19 agosto, cui prenderanno parte i componenti del Comitato tecnico scientifico, il quale sarà chiamato a fare un nuovo punto sulle misure in vista del rientro a scuola.
Al centro dell’attenzione in particolare ci saranno due temi: l’utilizzo della mascherina in aula e le indicazioni da adottare per la gestione di eventuali casi di Covid a scuola, il cui testo è stato messo a punto dall’Istituto superiore di sanità e che sarebbe quasi pronto, compreso l’allestimento dell’aula Covid, dove collocare gli alunni con sintomi in attesa dell’arrivo delle famiglie.
Nel verbale del 12 agosto scorso, lo stesso Cts ha ribadito che il distanziamento fisico, inteso come distanza minima di 1 metro tra gli alunni, “rimane uno dei punti di primaria importanza nelle azioni di prevenzione del contenimento epidemico insieme alle misure organizzative e di prevenzione e protezione”.
Ma lo stesso Cts ha chiarito anche che “in eventuali situazioni in cui non sia possibile garantire nello svolgimento delle attività scolastiche il distanziamento fisico prescritto, sarà necessario assicurare la disponibilità e l’uso della mascherina, preferibilmente di tipo chirurgico”.
Una eventualità, quella dell’uso della mascherina per sopperire al distanziamento minimo di un metro, che lo stesso Cts ha definito poi praticabile solo in casi eccezionali.
Casi che, però, considerando i ritardi delle consegne dei banchi monoposto, ammessi anche dal Commissario Domenico Arcuri, e la mancata individuazione di spazi aggiuntivi, potrebbero riguardare ben oltre le 70 mila classi e un milione di alunni inizialmente indicati dallo stesso ministero dell’Istruzione.
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