La riduzione dell’RT di contagio al Covid da 1.16 ad 1.08, dopo diverse settimane di crescita, ha portato molte regioni sotto la soglia dei 250 nuovi contagiati per 100 mila abitanti in una settimana: quindi “in un quadro prudenziale”, ha specificato il ministro Roberto Speranza, il governo è orientato alla riapertura della scuola anche nelle zone rosse. Il ritorno in classe, ha sottolineato il premier Mario Draghi, riguarderà gli alunni fino alla prima media. Dalle zone che a breve diventeranno arancioni come il Lazio, o gialle, si aprirà anche prima di Pasqua.
I numeri: chi rientra, che farà la DaD
Cosa comporterà tutto questo sul piano didattico? Secondo delle stime di Tuttoscuola subito dopo le vacanze di Pasqua saranno 5,3milioni gli studenti che seguiranno le lezioni in presenza a scuola: si tratta del 62,3% (sei su dieci) degli 8,5 milioni di alunni. Tra loro 3,1 milioni frequentano scuole dell’infanzia, scuole primarie e il primo anno di secondaria di I grado anche se si trovano in regioni classificate in zona rossa.
Da martedì 30 marzo, 687mila ragazzi delle scuole laziali lasceranno la dad ma oltre mezzo milione di alunni toscani e 285mila calabresi andranno in DAD fino al 6 aprile. Prima che inizino le vacanze pasquali, saranno 2mln in presenza e quasi 6,5 mln in DAD.
Le diversità regionali
Le regioni più interessate dalla riapertura in presenza dopo Pasqua sono la Lombardia con 785.910 in presenza (e 615.903 in DAD), il Lazio con 687.592 (e 133.737 in DAD), la Campania con 484.731 (e 460.262 in DAD), la Toscana con 265.966 (e 238.650 in DAD), il Veneto con 373.003 in presenza (e 307.093 in DAD).
Secondo la rivista, sempre dopo Pasqua 3,2 milioni di studenti (il 37,6%) si ritroveranno ancora in DAD, con la consueta alternanza del 50% per gli studenti delle superiori nelle regioni in cui è consentito. Con riferimento ai diversi settori scolastici, seguiranno le attività didattiche a scuola 1.393.010 bambini delle scuole dell’infanzia (il 100%), 2.605.865 alunni della primaria (il 100%), 906.011 alunni della scuola secondaria di I grado (il 52,9%) e parzialmente in alternanza al 50% 407.304 studenti delle superiori (il 14,6%).
Decaro: il Governo non ce l’ha comunicato
C’è però chi paventa più di qualche dubbio sulla possibilità che gli studenti possano tornare in presenza entro dieci giorni e in così alta consistenza, considerando ancora ben otto regioni considerate “rosse”.
“Non è una decisione” definitiva la riapertura delle scuole fino alla prima media dal 7 aprile, ha detto il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro. In effetti, i decreti governativi sulle nuove modalità regionali non sono stati ancora pubblicati.
Nel corso di una diretta Facebook, durante la quale ha risposto alle domande dei cittadini sul rientro in classe subito dopo Pasqua, Decaro ha quindi detto: “Il Governo non ce l’ha ancora comunicato. Ce lo comunicherà ovviamente se i dati si abbassano“.
Il primo cittadino non sembra ottimista: “Non credo che se i dati restano questi sarà aperta di nuovo la scuola“.
Il sindaco del capoluogo pugliese non se la sente di dispensare certezze. “Verifichiamo cosa succederà con i prossimi dati che arrivano. È chiaro che la chiusura della scuola, soprattutto per i più piccoli, è un problema legato alla socializzazione dei bambini”, ha concluso Decaro.
Il Codacons: nessun obbligo
Anche il Codacons pone delle condizioni sul ritorno alle lezioni in presenza: l’associazione dei consumatori ritiene che dal 7 aprile dovrà comunque essere garantita la didattica a distanza per quelle famiglie che nelle zone rosse, ma anche in generale a causa della propria situazione personale, preferiranno in questo momento non far seguire le lezioni in presenza ai propri figli.
“Pensiamo a chi ha figli fragili o con patologie particolari – dice il presidente Carlo Rienzi -, soggetti che possono essere considerati a tutti gli effetti a rischio e per i quali le lezioni in presenza potrebbero rappresentare un potenziale pericolo”.
“Considerata la situazione ancora allarmante dei contagi in Italia”, Rienzi ritiene “indispensabile consentire alle famiglie la possibilità di scegliere tra lezioni in presenza oppure in Dad”.
“Proprio in considerazione delle situazioni soggettive delle famiglie e delle paure legate al ritorno sui banchi, chiediamo inoltre che le assenze degli studenti che si registreranno dopo la Pasqua e fino alla fine dell’anno scolastico, non siano considerate ai fini del profitto e siano ritenute tutte giustificate”, conclude Rienzi.
Una possibilità, quella che chiede il Codacons, che però confligge con i regolamenti degli istituti scolastici: alle superiori, ad esempio, la presenza a scuola dello studente, seppure a turno, viene ritenuta dagli organi collegiali indispensabile. Tanto è vero che lo studente assente a scuola, tranne le deroghe concordate, non viene normalmente accolto nelle stanze “virtuali” di collegamento della DaD.