Fra le varie “grane” per il ritorno in classe c’è anche quello relativo all’organico aggiuntivo di religione cattolica. Per questo i sindacati, tra cui, la Gilda Unams/Snadir, hanno inviato una chiara richiesta di organico aggiuntivo di religione.
“Da una nostra verifica risulta che la richiesta di organico aggiuntivo di personale docente di religione raramente è stata accolta”, si legge sul comunicato dei sindacati che ribadiscono che la “mancata disponibilità di tale organico potrebbe configurarsi come una violazione degli accordi richiamati nella legge 121/1985 e nel DPR 175/2012 in quanto non verrebbe assicurato a tutti gli studenti avvalentisi l’orario settimanale di insegnamento della religione cattolica prevista per i diversi ordini e gradi scolastici e per l’orario settimanale previsto”.
Una delle argomentazioni principali delle organizzazioni sindacali è quella che i docenti di religione sono quelli che hanno più classi di tutti: sono impegnati su 16 sezioni nell’infanzia, 11 classi nella primaria e 18 classi nella secondaria di I e II grado, incontrando pertanto, il maggior numero di alunni ai fini dell’attività didattica, rispetto a tutti gli altri docenti. “Anche per tale motivo è opportuno un organico aggiuntivo anche per questi insegnanti”, dicono le OO.SS.
C’è però un altro problema sollevato dallo Snadir e dagli altri sindacati, ovvero quello che riguarda l’assegnazione degli alunni che non si avvalgono della religione cattolica ai docenti di religione. Ecco perché si chiede all’amministrazione di “fornire chiarimenti agli Uffici Regionali e agli Ambiti territoriali circa il contingente aggiuntivo destinato al personale di religione (i dirigenti scolastici dovrebbero farne richiesta agli uffici diocesani) e a precisare il problema dei non avvalentesi, sopra evidenziato”.
Contestualmente, i sindacati hanno anche chiesto un incontro specifico per discutere del concorso di religione: “riteniamo che si debbano discutere e approfondire le questioni specifiche della categoria senza la fretta di chiudere presto il bando, anche considerata la pluralità degli interlocutori. Pertanto, la particolare situazione dei docenti di religione precari va affrontata con la massima attenzione, nell’ottica di una loro tutela, e per riconoscerne la professionalità già maturata in anni e anni di servizio (spesso più di venti anni).”
Per l’attuazione dell’assunzione a tempo indeterminato dei precari storici di religione, tuttavia, è necessario che si sblocchi la “trattativa” in corso tra ministero dell’Istruzione e Conferenza episcopale italiana, al fine di trovare la quadra sul prossimo concorso per gli insegnanti di Religione previsto dal decreto scuola approvato lo scorso dicembre.
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