Il motivo per il quale dal 26 aprile le scuole secondarie non potranno far frequentare le lezioni a tutti gli studenti, fermandosi anche al 60%, sono i trasporti: quelli che il precedente governo ha trascurato. A dirlo è stato la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini, spiegando quindi perché i ministri di competenza e gli enti locali, in particolare i rappresentanti di Regioni e Province, hanno reputato impossibile attuare il rientro al 100% degli allievi così come era stato annunciato dal premier Mario Draghi lo scorso venerdì durante la conferenza stampa.
Gelmini: il 100% sarà raggiunto
Parlando a ‘Non stop news’ su Rtl 102.5 del provvedimento che oggi verrà approvato dal Consiglio dei ministri, l’ex titolare del MI ha detto che non c’è stata alcuna “marcia indietro: il governo vuole riaprire le scuole, lo farà e tende al 100% della presenza di studenti, ma c’è un problema che riguarda i trasporti e che il governo precedente ha un po’ dimenticato”.
L’attuale governo, quindi, intende agire su quell’incremento delle vetture e del corse delle metropolitane che oggi non permettono agli studenti di viaggiare al 50% negli orari di punta. Un impegno improbo, dal momento che servono molti soldi e anche diverso tempo, poiché i mezzi di trasporto da implementare non sono al momento disponibili.
“Noi – ha comunque puntualizzato Gelmini – abbiamo attivato un tavolo con il ministro Giovannini, Regioni ed Enti locali. Si parte dal 60%, ci saranno punte del 75%, qualcuno lo farà al 100%, quell’obiettivo lo raggiungeremo progressivamente”.
Più ascolto ai territori
Sulla scuola, come su altri temi, ha continuato la forzista, “il governo ha scelto un profonda discontinuità rispetto al governo precedente, non scarica le responsabilità sugli enti locali, ma le condivide con loro”.
L’obiettivo del governo rimane il rientro generalizzato in classe con il nuovo anno scolastico: “in questo mese, mese e mezzo che manca al termine delle lezioni riusciremo a riaprire, ma lavoriamo già per la riapertura a settembre in piena sicurezza”.
Bonaccini: serviva più flessibilità dalle scuole
La soluzione poteva essere quella di agire sugli orari, ha detto Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna.
Durante Buongiorno, su Sky TG24, l’ex presidente della Conferenza delle Regioni ha confermato che c’è “un problema di trasporti”, che per via del Covid-19 mantengono una capienza al 50%, e di traffico “nelle ore di punta”.
“Mi sarei aspettato più flessibilità dal fronte scuola” per la diluizione degli orari delle lezioni, ha detto Bonaccini.
Le scuole, ha aggiunto, “pongono questioni legittime ma secondo me si poteva e si potrebbe diluire gli orari, come in alcuni territori accade, anche in orari pomeridiani”.
Giani: quinte superiori al 100%
Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, intervenendo a Radio anch’io su Radio1, ha tenuto a dire: “il Consiglio dei ministri probabilmente deciderà per un limite” minimo per la scuola in presenza, “quello del 60%, e sarà quindi una scelta regione per regione”, e “io ho questa opinione, che poi esprimerò nel momento in cui ci sarà sede decisionale: io punterei al 100% per le quinte superiori, perché hanno l’esame di maturità, quindi a mio giudizio è giusto che lì si forzi anche un po'”.
Secondo Giani, “i ragazzi prima di affrontare gli esami di maturità devono recuperare quello spirito della preparazione fatta in presenza con l’insegnante e i propri compagni”.
Nella prima fase, ha ricordato il governatore toscano, “io sono sempre stato aperturista per le scuole, a me la scuola piace vederla in presenza, tant’è vero che la Toscana fu la prima regione che l’11 gennaio già aprì con il 50% alle scuole medie superiori, mentre molte regioni sono entrate addirittura all’inizio di febbraio. Però in questa prima fase io sono cauto, mentre sono convinto che già da maggio potremmo puntare a un’apertura che può essere per tutti”.
In conclusione, secondo Giani “dalla fine di aprile ai mesi di giugno-luglio la situazione, anche in virtù del tempo, quest’anno ancora di più per i vaccini, è destinata a cambiare, quindi io sono convinto che dovremmo prendere provvedimenti di 15 giorni in 15 giorni”.
Disabili a scuola e laboratori attivi nelle zone rosse
Rimane infine in vigore la norma che “nella zona rossa” possa essere “garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, secondo quanto previsto dal decreto del Ministro dell’istruzione n. 89 del 7 agosto 2020 e dall’ordinanza del Ministro dell’istruzione n. 134 del 9 ottobre 2020, garantendo comunque il collegamento telematico con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata”.
Secondo l’Ansa, il testo che si consegnerà nelle prossime ore al Comitato tecnico scientifico sarà sul modello di quello dello scorso anno, perchè avrebbe funzionato.