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Ritorno a scuola il 7 gennaio, Salvini vuole incontrare Conte: rischiamo la catastrofe sanitaria, servono trasporti e tamponi

Per il governo sta diventando un tema spinoso la ripresa delle lezioni in presenza del 75 per cento degli studenti delle superiori, fissato con l’ultimo Dpcm per il 7 gennaio prossimo: dopo le puntualizzazioni espresse delle Regioni, che nel corso di una audizione in commissione Istruzione al Senato hanno chiesto il potenziamento dei mezzi di trasporto e la garanzia di scaglionare gli orari di entrata scuola, sull’argomento si è espresso anche leader leghista Matteo Salvini. E lo ha fatto rivolgendosi direttamente al premier Giuseppe Conte, sostenendo che dal 7 gennaio si rischia di aumentare i contagi, perché la ripresa dell’attività scolastica senza programmazione – soprattutto a proposito del trasporto pubblico – non può andare bene.

Al termine dell’intervento dell’ex vice-premier a Palazzo Madama, Salvini si è avvicinato al presidente del Consiglio chiedendo un incontro urgente specifico sull’apertura delle scuole e sulle chiusure previste per i giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno.

“Se ne vuole parlare, la Lega ci sta”

Poco prima, Salvini aveva parlato, tra le altre cose, della scuola sostenendo di essere pronto “a sedersi al tavolo anche domani”: nel corso dell’intervento aveva detto che “se diciamo di aprire tutte le scuole il 7 gennaio e non facciamo nulla per il trasporto pubblico o per i tamponi nelle scuole, rischiamo la catastrofe sanitaria”.

“Se ha voglia di parlare di questo la Lega e il centrodestra ci stanno”, ha sottolineato Salvini.

Per quanto riguarda, invece, i divieti previsti nei giorni di festa, il numero uno della Lega ha chiesto di allentare le restrittezze, almeno per permettere la circolazione all’interno delle province o nel raggio di poche decine di chilometri dalla propria abitazione.

Gli altri temi toccati

Durante l’intervento, Salvini ha dedicato due rapidi passaggi all’Europa, ribadendo il suo “no” sia alla riforma del Mes che al Mes sanitario, e parlando del rapporto tra Ue e Turchia. Poi ha spiegato di voler dedicare la maggior parte del suo discorso “all’idea di futuro dell’Italia”, invitando il governo a “guardare negli occhi” anche l’opposizione su questo.

“Noi siamo primo partito – ha affermato – con il 25% dei consensi, e il centrodestra era e rimarrà maggioranza politica nel Paese. Noi egoisticamente potremmo aspettare che continuiate a litigare in attesa delle elezioni, perché le elezioni prima o poi ci saranno, in attesa che paghiate il conto. Ma non vorrei che a pagare il conto poi fossero gli italiani”. Di qui l’appello al confronto “già domani” su temi, come la tutela dei disabili, la sanità (con un aumento degli stipendi del personale), il futuro dell’industria e delle infrastrutture. In particolare sull’ex Ilva Salvini ha sottolineato che “un paese industriale come l’Italia non può perdere l’acciaio”.

Alessandro Giuliani

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