Comincia a scricchiolare l’unica certezza che aveva il governo sulla scuola: il ritorno in classe il prossimo 7 gennaio del 75% degli studenti delle superiori, previsto dall’ultimo Dpcm, potrebbe essere rivisto. Sia perché la macchina preventiva stenta a decollare (dove sono i trasporti in più e i tamponi rapidi da mettere a disposizione delle scuole?), sia perché si continuano a contare ogni giorno numeri importanti di nuovi contagiati di Covid e soprattutto di decessi (ben 846 nelle ultime ventiquattr’ore). Come se non bastasse, dalle prefetture non sembra che giungano segnali repentini sul da farsi per scongiurare assembramenti.
L’incertezza si coglie già nelle parole di Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, rilasciate dopo l’incontro tenuto in videoconferenza il 15 dicembre con tutti gli esperti del Cts.
Miozzo: possiamo tenere i ragazzi a casa per i prossimi sei mesi?
Miozzo – intervistato a ‘Carta bianca’ su Rai Tre sulle indicazioni per affrontare questa fase della pandemia in vista delle feste di Natale – ha infatti ammesso che “stiamo andando incontro ad un periodo particolarmente delicato”: un ragionamento che riguarda anche “la riapertura delle scuole”, la quale “mobilita 10 milioni di persone”. Una quantità importante, che potrebbe essere determinante per una possibile nuova impennata di contagi.
È anche vero, ha sottolineato Miozzo, che “non possiamo immaginare di tenere i ragazzi a casa per i prossimi sei mesi”.
Lo stesso coordinatore del Cts ha fatto intendere che l’inasprimento delle regole appare inevitabile, soprattutto dopo “quello che abbiamo visto nell’ultimo weekend”, con assembramento davanti ai negozi: “sono situazioni che pagheremo”.”
Ritorno più graduale?
Il tema, assieme ad altri sul difficile momento legato a doppio filo con la pandemia, dovrebbe essere analizzato mercoledì 16 dicembre nel corso di una riunione del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione della maggioranza: l’obiettivo primario sarà proprio quello di valutare il da farsi anche alla luce del parere e delle avvertenze fornite dal Cts.
Le preoccupazioni degli esperti sul ritorno in classe il 7 gennaio prossimo sono state evidentemente recepite dai partiti di governo: i dati epidemiologici sembrerebbero infatti consigliare un ritorno in classe degli studenti delle superiori più graduale di quanto immaginato.
Il confronto appare d’obbligo, con Leu (capitanata dal ministro della Sanità Roberto Speranza) e Pd che continuano a condurre una politica sul Covid decisamente più attendista.
Probabili anche altri “ritocchini”
Per quanto riguarda le altre misure anti-Covid, il premier Giuseppe Conte si preparerebbe a proporre ai ministri qualche “ritocchino” alla stretta natalizia, per inasprirla di più.
Anche in questo caso i ministri di Pd e Leu continuano a spingere per chiusure da “zona rossa” in occasione delle festività.
Mentre più orientati a confermare le disposizioni vigenti, semmai solo con qualche lieve restrizione, sarebbero i rappresentanti di Movimento 5 Stelle e Italia Viva.