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Ritorno a scuola, in presenza ma senza obbligo vaccinale: focus su Francia, Spagna, Germania e Polonia

I singoli esecutivi locali, con la collaborazione scientifica delle istituzioni sanitarie, hanno disciplinato già dal mese corrente stringenti disposizioni circa il progressivo e graduale ritorno degli studenti in classe. L’utilizzo di strumenti normativo – sanitari a livello interno come il Green Pass, attestanti l’avvenuta vaccinazione, guarigione o negatività nelle precedenti 48 ore alla COVID -19, si rivelerà di fondamentale importanza per la sicurezza della didattica e l’eventuale tracciamento di focolai.  

La priorità alla didattica in presenza, per tutti. Questa l’univoca dichiarazione rilasciata dai Ministri dell’Istruzione pubblica dei paesi emergenti dell’UE. La campagna vaccinale procede a ritmi serrati , così come l’adozione di strumenti atti a limitare il rischio di contagio nelle aree pubbliche, tra cui teatri, istituti scolastici, stazioni ferroviarie e mezzi di trasporto. In Francia si provvede a vaccinare al più presto tutti gli studenti delle scuole medie e superiori e si emanano norme circa il continuo utilizzo della mascherina e la sospensione temporanea di sport da contatto. In Germania la riapertura è fissata dai singoli Länder, competenti in materia d’istruzione. Nella penisola iberica gli istituti scolastici opereranno in modalità mista secondo il tasso di contagi e focolai presenti nelle singole regioni amministrative. La Polonia è pronta per il ritorno fisico sui banchi di scuola, salvo impennate future della curva pandemica. 

La Francia alla ripresa con la rentrée: dall’approvazione del Green Pass interno al rientro sui banchi di scuola

Il 2 settembre sancisce il rientro degli studenti in classe e degli impiegati nei luoghi di lavoro nella Francia metropolitana, disciplinato dal famigerato “pass sanitario”, ampiamente appoggiato dalla Presidenza Macron e contestato in occasione di manifestazioni pubbliche, organizzate con frequenza settimanale dai gilet gialli. Il quotidiano locale “Le Figaro” ricorda che oltre il 55 % degli studenti ha ricevuto entrambe le dosi e il 40 % si prepara presto a ricevere la seconda per completare il ciclo di completa immunizzazione, nonostante l’ipotesi della terza dose atta alla limitazione dei danni da varianti di Sars – CoV – 2 comparse di recente. Discorso a parte meritano le dipendenze d’Oltremare della Repubblica Francese – come Guadalupa e Martinica – che hanno rilevato un aumento recente dei contagi da Sars – CoV – 2, che ha fatto slittare l’apertura degli istituti scolastici al 13 settembre prossimo. In termini di misure sanitarie, il personale scolastico e gli studenti dovranno fare uso di DPI a protezione delle vie aeree all’interno degli istituti e nelle rispettive pertinenze, nonchè provvedere a rispettare il corretto distanziamento sociale al chiuso ed all’aperto.

Spagna, nessun obbligo vaccinale previsto per studenti ed insegnanti

A differenza dell’Italia e di altri paesi dell’UE che intendono adottare il Green Pass per accedere liberamente a scuole ed università, l’esecutivo spagnolo e l’annesso Ministero dell’Istruzione non intende prendere in considerazione, almeno per ora, la possibilità di rendere la vaccinazione anti-COVID-19 obbligatoria per studenti, insegnanti e personale scolastico. Lo ha affermato il Ministro dell’Istruzione, Pilar Alegría, in un’intervista concessa alla radio Cadena Ser.“Praticamente tutti gli insegnanti si sono già vaccinati volontariamente”, ha fatto presente Alegría. “Il nostro Paese sta offrendo un’immagine di assoluta responsabilità rispetto al processo di vaccinazione”, ha aggiunto, alludendo al fatto che in altri Paesi europei i movimenti ostili all’obbligo vaccinale sembrano aver più forza che in Spagna.

Il rientro a scuola in Germania tra mascherine, test e disposizioni igienico – sanitarie

La Conferenza dei ministri dell’Istruzione e degli affari culturali (KMK) tedesca si è riunita la seconda settimana di agosto per stilare un fitto programma di norme dispositive circa il rientro – progressivo e graduale – degli studenti sui banchi di scuola e nelle università. A disciplinare le misure di contenimento saranno le singole regioni, che comunque dovranno seguire protocolli generali dettati dal Ministero dell’Istruzione centrale circa l’accesso ai plessi solo per chi è munito di test, vaccinazione completa o guarigione recente da COVID-19. Per gli studenti sotto ai 17 anni e più in generale, l’obbligo vaccinale è rifiutato dalle istituzioni tedesche per ragioni di compatibilità con le norme costituzionali attualmente vigenti in termine di sanità pubblica e contenimento di epidemie. L’intenzione della Conferenza resta, in ogni caso, quella di mantenere il più possibile la didattica erogata in presenza, proporzionalmente al numero di contagi, al tasso di positività ed al livello di occupazione di posti letto nelle terapie intensive. In via ipotetica, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e degli istituti universitari sarà disciplinata in caso di gravi problemi di contenimento dei contagi e correlata alla limitazione di attività in altri settori, come ristorazione, cultura e centri sportivi. 

Polonia, al via le procedure per la riapertura in sicurezza dei plessi scolastici ed universitari

Le disposizioni dell’esecutivo e della Presidenza polacca circa il mondo dell’istruzione sono risultate chiare fin dallo scorso luglio. Il rientro a scuola avverrà a settembre in “regime sanitario rigoroso”, precisa il governo in una nota scritta. Le attività culturali di filarmoniche, teatri, musei, parchi gioco avverrà con le medesime procedure. Elementi fondamentali da osservare restano il distanziamento interpersonale di almeno 1,5 metri e la copertura delle vie aeree al chiuso con DPI filtranti. “Tutti gli studenti torneranno alla didattica in presenza a tempo pieno”, assicura nella pagina web dedicata alle FAQ l’esecutivo polacco, che garantisce il ritorno del tasso di occupazione delle sedi scolastiche ed universitarie al 100 %, proporzionalmente a misure sanitarie stringenti ed all’andamento epidemiologico nei singoli Voivodati, liberi di emettere norme locali in materia di contenimento della pandemia da COVID-19. 

Andrea Maggi

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