La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina torna a parlare della riapertura delle scuole e sugli orari delle lezioni che, inevitabilmente, subiranno delle variazioni a causa delle regole anticovid, seguendo le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico.
Azzolina parla su Fanpage di ritorno a scuola e nel corso della lunga intervista si sofferma proprio sugli orari delle lezioni e sull’ipotesi di iniziare alle 7 del mattino: “Nessuno lo ha mai detto – sottolinea la ministra pentastellata ai microfoni di Fanpage.it – le scuole organizzeranno gli ingressi per evitare assembramenti. Ma sempre tenendo conto delle esigenze delle famiglie“.
La Ministra spiega anche che non si perderà nemmeno un minuto di lezioni, nonostante la riorganizzazione degli orari: “L’unità oraria può essere flessibile per aiutare l’organizzazione. Ma non si perderà neanche un minuto di monte orario. È già così in molte scuole da 20 anni“.
E’ vero quello che dice la Ministra: il Ministero non ha mai detto che le lezioni inizieranno alle 7 del mattino o alle 11, ad esempio. Saranno le singole scuole a doversi regolare e gestire il tempo scuola in base alle loro necessità. Ma forse è proprio questo il punto, almeno, secondo molti dirigenti: l’amministrazione non ha fornito indicazioni precise anche su questo punto. Per cui, bisogna rifarsi alle linee guida del MI che scrivono chiaramente che si dovrebbe prevedere “una frequenza scolastica in turni differenziati, anche variando l’applicazione delle soluzioni in relazione alle fasce di età degli alunni e degli studenti nei diversi gradi scolastici”.
E ancora: “Già ora l’ingresso dei bambini avviene in una fascia temporale “aperta” (che spesso raggiunge i 90 minuti: dalle 7,30 alle 9,00), fascia che potrà essere adeguata alle nuove condizioni, programmata e concordata con i genitori. Analogamente potrà avvenire per le fasce di uscita, al termine dell’orario scolastico”, riporta il testo delle linee guida.
Da questa situazione emergeranno alcune difficoltà già sollevate in precedenza: in particolare, con la nuova organizzazione, secondo i sindacati, in alcuni territori il tempo pieno rischierebbe di saltare: alla primaria, ad esempio, se molte scuole che non avranno in organico un numero idoneo di docenti, non riusciranno ad attivare il tempo pieno, con la conseguente difficoltà per le famiglie.
Proprio nelle prossime ore è previsto il riparto dell’organico aggiuntivo di 50 mila fra docenti e ATA. Tuttavia, abbiamo già rilevato che tale dotazione sarà comunque insufficiente per coprire tutte le necessità.
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