L’amministrazione non ha alcun pregiudizio sull’utilizzo delle scuole paritarie per far svolgere le lezioni a settembre nei casi in cui gli alunni non possano accedere alle loro aule perché troppo numerosi e per non vanificare le norme del Cts sul distanziamento fisico minimo: lo fa sapere il ministero dell’Istruzione, con una nota, spiegando che “il ricorso alle scuole paritarie da parte degli Enti locali competenti per trovare spazi aggiuntivi è del tutto possibile e non è mai stato previsto il contrario. Né potrebbe esserlo”.
“La precisazione si rende necessaria – spiegano da Viale Trastevere – a seguito di prese di posizione e notizie in cui si fanno tali affermazioni – rende noto il ministero dell’Istruzione – e si asserisce anche che il Governo non voglia utilizzare le paritarie per pregiudizio ideologico. Le scuole paritarie fanno parte del Sistema nazionale di Istruzione e non c’è pregiudizio alcuno nei loro confronti”.
“Il Ministero ricorda che è tenuto a vigilare sul possesso e sul mantenimento dei requisiti per la parità dei predetti istituti, come previsto dalla normativa vigente. Nell’ambito della possibilità prevista dal cosiddetto decreto “Agosto” di affittare spazi e nell’ambito dei patti territoriali previsti dal Piano per la ripartenza è assolutamente possibile, per gli Enti locali, fare ricorso alle scuole paritarie per recuperare aule aggiuntive. Ci sono peraltro accordi siglati a livello locale – conclude – che vanno già in questa direzione”.
La risposta è giunta a poche ore di distanza dalla denuncia fatta dal leader della Lega Matteo Salvini: “Non ci sono certezze su come e quando riapriranno le scuole, eppure l’inadeguato ministro Azzolina e tutto il governo hanno ignorato le scuole cattoliche che offrivano perfino i loro spazi per facilitare il via alle lezioni di settembre”, ha dichiarato il leghista.
“I presidi denunciano la mancanza di 10.000 aule, ma per un assurdo pregiudizio ideologico si ignora la proposta delle scuole pubbliche paritarie e si condannano i nostri figli e gli insegnanti al caos. Prima la Azzolina di dimette, meglio sarà per la scuola italiana”, ha concluso Salvini.
Nei giorni scorsi anche Mario Pittoni, responsabile Scuola della Lega e vice presidente della commissione Cultura a palazzo Madama, aveva dichiarato che sul rientro “neanche il decreto Agosto prevede risorse per utilizzare quelli delle scuole paritarie (Azzolina pretende che i locali siano messi a disposizione a titolo gratuito) e permane il niet del ministro al nostro maxi piano di stabilizzazione (presentato a marzo) per disporre in tempo utile dei docenti titolari necessari”.
Un mese fa, alla Tecnica della Scuola, invece, padre Franco Ciccimarra, presidente di Agidae, Associazione gestori istituti dipendenti dall’autorità ecclesiastica, sollecitato sul problema dell’accordo con il ministero per ospitare una parte del 15% di allievi che non potranno frequentare le lezioni in presenza nei loro istituti, aveva così risposto: “Non c’è alcun accordo. Noi abbiamo dato la disponibilità ad accogliere gli alunni, ma attendiamo ancora la risposta. Siamo fermi ai buoni propositi e non ci sono disposizioni specifiche”.
Ciccimarra aveva rivelato di averne “parlato con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: era presente anche la ministra dell’Istruzione. E poi con lo stesso dicastero a Roma”. Però, aveva aggiunto, “il tema è anche capire chi sono i referenti di questa iniziativa: i dirigenti scolastici, il ministero dell’Istruzione, gli Usr? Vorremmo saperlo anche noi. Invece, vedo il silenzio”. Ora, almeno a parole, è giunta però un’importante apertura del ministero dell’Istruzione: solo che all’inizio dell’anno scolastico manca davvero poco.
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