Attualità

Ritorno a scuola, mezzi di trasporto: come cambierà il tragitto casa – scuola

Un’indagine da parte di Facile.it, realizzata su un campione di famiglie italiane, con figli dai 2 ai 18 anni, condotta tra il 3 e il 4 settembre scorsi, fotografa quelle che saranno le intenzioni di genitori e alunni in merito ai mezzi di trasporto per raggiungere la scuola.

Indagine sulle nuove abitudini delle famiglie

Emerge subito come sia un corso un cambiamento radicale delle famiglie, per cui quasi un alunno su tre, cioè circa 2,5 milioni di bambini e ragazzi (circa il 30%), hanno dichiarato di andare a modificare in parte o del tutto il mezzo di trasporto per il tragitto casa-scuola.

La prima ragione delle nuove abitudini è naturalmente la paura del Covid, seguita dal problema degli orari di ingresso scaglionati e da quello dei mezzi pubblici con capacità ridotta, tutti fattori che costringeranno milioni di persone a ripensare il modo in cui raggiungere la scuola.

Tra gli intervistati 1 su 2 (50%), pari a circa 875 mila nuclei, ha preso questa decisione per evitare di esporre i figli ad un possibile rischio di contagio; in particolare, ad essere più preoccupati della malattia sono i genitori residenti al Sud e nelle Isole, dove la percentuale arriva al 55,9%. 

In dettaglio, fra chi cambierà mezzo di trasporto il 50% ha dichiarato di farlo proprio per paura del Covid,  e forse anche per praticità o mancanza di alternative, cambiando dal mezzo pubblico all’uso di un mezzo proprio, per cui 6 alunni su 10 (57%), pari a circa 4.820.000 di bambini e ragazzi, raggiungeranno la scuola in auto o moto, dato in aumento rispetto allo scorso anno,quando ad usare questo tipo di mezzo era il 50,2% degli scolari. 

Quando non è la paura la ragione dominante per il cambiamento, c’è invece l’orario di ingresso scaglionato, che indurrà oltre mezzo milione di famiglie (30,1% del campione intervistato) a rivedere il mezzo di trasporto, mentre il 24,1% ha scelto di riorganizzare gli spostamenti per motivi interni al nucleo familiare.

E’ quindi in calo il trasporto pubblico, sarà infatti secondo l’indagine in diminuzione il numero di alunni che utilizzerà autobus o tram: ha dichiarato questa intenzione solo il 14,9%, contro il 16,7% lo scorso anno; sono ancora meno, circa il 2%, quelli che sceglieranno la metropolitana o il treno e in regresso anche il numero di alunni che utilizzeranno servizi come lo scuolabus, il 5,2%, mentre lo scorso anno erano il 7,6%.  

Si segnala un aumento di coloro che hanno dichiarato di recarsi a scuola a piedi, ovvero il 31,7% degli studenti, quasi 2,7 milioni di ragazzi, che lo scorso anno erano il 31,1%

Chi e cosa cambia

L’indagine scende nel dettaglio in merito al tipo di scuola, per cui il cambio di abitudini riguarderà soprattutto gli allievi della scuola secondaria, tra cui quelli del primo grado, il cui 35,8% cambierà il mezzo nel tragitto casa – scuola, mentre gli studenti del secondo grado che si prepara a cambiare abitudini sarà il 43,4%. A spingere per il cambiamento saranno soprattutto le madri (30,5%) e i genitori residenti nel Centro Italia (33,4%). 

Si accompagna al mutamento delle abitudini, secondo l’indagine di Facile.it, anche una buona dose di preoccupazione per il tragitto casa-scuola:  tra le famiglie alle prese con il rientro 2 su 3 hanno dichiarato di essere in apprensione (66,2%) per il percorso dei propri figli per raggiungere la scuola e ad essere più preoccupate risultano maggiormente le madri, il 67,6%, contro il 64,4% rilevato tra i padri; in generale risultano più ansiosi i genitori con età compresa tra i 55 e i 64 anni, tra i quali la percentuale di chi ha dichiarato di essere spaventato arriva addirittura all’80,3%.

Ad essere più preoccupati per l’eventuale contagio durante il tempo del tragitto sono i genitori dei ragazzi che frequentano la scuola secondaria di primo grado (72,7%) e di secondo grado (78,2%), fascia di età per cui diventa difficile vigilare sul rispetto delle misure di contenimento. 

Infine, l’indagine rivela che l’inquietudine è presente in tutto il Paese in modo abbastanza omogeneo, con le famiglie residenti al Sud e nelle Isole che dichiarano di essere più preoccupate per il tragitto casa-scuola, con una percentuale che raggiunge il 70,

Carmelina Maurizio

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