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Ritorno a scuola, per gli industriali sarà come nel 2020: zero interventi. Sasso chiede tamponi salivari e il Censis edifici sicuri

Ma quale preparazione al nuovo anno, le scuole stanno riaprendo nelle stesse condizioni di un anno fa. A farlo intendere, sabato 21 agosto, è stato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.

Bonomi: non abbiamo fatto nulla

Intervenendo a un convegno del Meeting di Cl, il numero uno dell’associazione degli industriali ha detto che in Italia il “primo collo di bottiglia è la scuola. Dobbiamo far ripartire la scuola a settembre ma siamo al punto dell’anno scorso, non abbiamo fatto nulla e i sindacati” anche sul versante scolastico, “dicono no al Green pass”, ha sottolineato Bonomi.

La dichiarazione non farà piacere sicuramente al Governo. E nemmeno al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che giusto ieri ha rassicurato alunni, docenti e personale sul rientro in classe che si svolgerà in sicurezza, anche grazie all’introduzione del green pass obbligatorio, da non considerare però come “una misura punitiva”.

Sasso (Lega) si rivolge a Draghi e Speranza

I problemi, comunque sia, sono palpabili. Ad ammetterli, nella stessa giornata, è stato anche Rossano Sasso, sottosegretario del ministero dell’Istruzione: l’esponente leghista ha detto che “mancano circa tre settimane all’inizio dell’anno scolastico e bisogna accelerare per sciogliere alcuni nodi che non ci lasciano tranquilli”.

Sasso ha detto che “la campagna di vaccinazione continua, ma sappiamo che l’immunizzazione da sola non basta per scongiurare l’ipotesi di quarantene e chiusure delle scuole a fronte della positività di studenti, insegnanti o personale degli istituti. I tamponi salivari possono essere un valido supporto per monitorare la situazione delle comunità scolastiche ed evitare il ricorso alla didattica a distanza: chiedo al presidente Draghi e al ministro Speranza di adoperarsi affinché si possa puntare con decisione sull’adozione massiccia di questi dispositivi”.

Il sottosegretario insiste sui “tamponi salivari”, considerati “affidabili dal punto dei risultati e ideali per le rilevazioni sui più piccoli: il Veneto, notizia di queste ore, ha scelto di acquistarne un milione proprio per le operazioni di monitoraggio e tracciamento nelle scuole e la Lombardia si era già mossa in questo senso. Mi auguro che altri enti locali facciano a breve scelte simili – ha concluso Sasso -, ancora meglio potendo contare sul sostegno finanziario dello Stato”.

Censis preoccupato per gli edifici

Intanto, permangono dubbi sullo stato di sicurezza dei circa 42 mila plessi scolastici. Durante il Meeting di Rimini, il direttore generale del Censis, Giorgio De Rita, ha specificato che “una scuola italiana su due non ha il certificato di agibilità. Anche la scuola come luogo ha uno spirito che deve essere restituito”, ha sottolineato De Rita.

“La scuola, come luogo, deve essere in grado di trasferire il senso del futuro. Costruire un luogo rende il senso dello sviluppo. Il PNRR è una straordinaria occasione di investimento sul futuro, ma non basta: serve una capacità di immaginare il futuro. Serve uno sforzo individuale e collettivo per mettere in moto queste risorse”, ha concluso il dg del Censis.

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Alessandro Giuliani

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