Durissima presa di posizione del professor Andrea Crisanti contro la decisione del governo di riaprire le scuole in presenza, anche nelle zone rosse, senza avere prima vaccinato il personale e la popolazione in generale. Proprio mentre viene pubblicata l’ordinanza n. 6/2021, con cui il generale Francesco Figliuolo ha deciso di dare la precedenza per le somministrazioni di vaccino alle persone anziane e più fragili più esposte ai rischi in caso di contagio, il microbiologo, accademico e divulgatore scientifico attacca: “affermare che la riapertura delle scuole non causi un incremento dei casi è, diciamo, una baggianata“, dice Crisanti.
La verità, sostiene, è che “riaprire tutto con faciloneria significa prepararsi a una tranvata, visto che siamo sempre sopra ai 15 mila casi giornalieri”.
Il professore sostiene, intervistato dal Messaggero, che con la decisione di riaprire “le scuole senza avere vaccinato come ha fatto il Regno Unito, ci prendiamo un grande rischio“.
Crisanti ricorda quindi che “dove si è riaperta la scuola, immediatamente c’è stato un impatto sulla trasmissione del virus“.
Sarebbe stato meglio, sostiene l’esperto, “fare come l’Inghilterra, che per 4-5 mesi ha sì chiuso, ma ha vaccinato moltissime persone. Vaccinando molto, molto di più di quanto è stato fatto in Italia, allora potevi permetterti di ricominciare le lezioni”.
Secondo il professor Crisanti, in definitiva, saremmo “ancora in tempo per avere una estate migliore. Bisogna vaccinare, ma anche difenderci dalle varianti, controllando meglio le nostre frontiere e aumentando molto di più il sequenziamento”.
Nei giorni scorsi, dal governo sono giunti messaggi sulla volontà di riaprire gli istituti scolastici a breve ed anche nella secondaria. Il primo a fornirli è stato il premier Mario Draghi, che nel corso dell’ultima conferenza stampa, commentando la possibile riapertura delle attività scolastiche in presenza, ha detto che il suo desiderio è “rivedere il Paese aperto, a partire dalle scuole. L’obiettivo è dare ai ragazzi almeno un mese di scuola in presenza. Devono chiudere l’anno insieme”.
Anche la ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini si è detta ottimista sull’evoluzione del Covid-19: se “aprile sarà il mese del ritorno a scuola, almeno per buona parte degli studenti”, “maggio segnerà il progressivo ritorno alla vita. Non facciamo promesse campate in aria, ma stavolta siamo davvero all’ultimo miglio, ecco perché dobbiamo tenere duro”.
Intervista dalla Repubblica, l’ex numero uno dell’Istruzione ha detto che “gli italiani sono stanchi, dopo 13 mesi di sacrifici, lo capiamo. Adesso tuttavia si può pensare alle prime riaperture nelle prossime settimane”.
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