Prosegue il dibattito sul rientro in classe: se la polemica plexiglass prosegue in attesa di reali riscontri da parte degli esperti, sono tantissimi gli appelli per avere a breve delle indicazioni chiare per la riapertura delle scuole a settembre.
Fra questi appelli c’è anche la lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, inviata dal presidente dell’Upi, Michele de Pascale.
De Pascale punta innanzitutto sul fatto che il rientro a scuola è “una priorità su cui serve trovare al più presto soluzioni”.
“La tempistica per dare il via agli interventi di messa in sicurezza degli edifici deve essere accelerata, si legge su Il Sole 24 Ore, per non trovarci nella condizione di dovere risolvere il problema dell’apertura delle scuole nei primi quindici giorni di settembre”.
Il presidente dell’Unione Province italiane ritiene che “le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico e del rapporto del Comitato per la riapertura, poi, dovranno essere strettamente aderenti alla realtà effettiva delle scuole italiane o rischiano di non essere praticabili e di impedire, di fatto, la riapertura del 50% delle scuole superiori, quelle costruite prima del 1976 soprattutto nelle grandi aree urbane, che sono situate in palazzi antichi e non hanno spesso né palestra né Aula Magna. È del tutto evidente che in queste strutture non possono essere applicate norme rigide di distanziamento fisico, o non saranno considerate agibili”.
“A questo – conclude la lettera del presidente dell’Upi – dobbiamo aggiungere la mancanza di risorse per Province, Città metropolitane e Comuni, destinate espressamente agli interventi per la riapertura delle scuole, senza le quali gli enti gestori non possono avviare alcun tipo di opera. Chiederci di utilizzare a questo scopo i pochissimi fondi oggi riservati alla messa in sicurezza delle scuole, quelli cioè che a fatica dopo anni abbiamo ottenuto per impedire che i solai cadano sulle teste degli alunni, non è praticabile né comprensibile. Il decreto Rilancio prevede un fondo di 1 miliardo, 400 milioni per il 2020 e 600 milioni per il 2021: almeno i 400 milioni del 2020 devono essere espressamente indirizzati a Province, Città metropolitane e Comuni agli interventi per la ripresa dell’anno scolastico”.
Insomma, tutti sono “affamati” di indicazioni chiare e precise sul rientro a scuola a settembre.
I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…
È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…
Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…
Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…
Una docente precaria con un contratto a tempo determinato da parte del dirigente scolastico fino…
Finita la scuola, a giugno, molte famiglie potrebbero essere in diffcoltà perchè non avranno la…