Il ministero dell’Istruzione ha già predisposto le ordinanze per il rientro a scuola di alunni e docenti, comprendenti le modalità attuare una volta terminata la fase 1 del Coronavirus: i tempi, però, non sono di competenza del ministro o dei dirigenti di Viale Trastevere, ma del Comitato tecnico scientifico che si è insediato qualche giorno fa. Ad annunciarlo è stata la viceministra dell’Istruzione Anna Ascani (PD), ospite ad una diretta fb sul profilo del vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Francesco Russo
Decide tutto il Comitato tecnico scientifico
“Non abbiamo deciso noi del ministero dell’Istruzione, ha detto la viceministra democratica.
La chiusura delle scuole e la riapertura si avrà, ha detto, “quando il Comitato tecnico scientifico riferirà al ministero della Salute e alla presidenza del Consiglio: allora ci muoveremo con le ordinanze, che sono pronte”, ha sottolineato Ascani.
Intanto in Europa si affrettano
Le dichiarazioni arrivano nelle ore in cui diversi Paesi europei hanno annunciato che, seppure gradualmente, riapriranno le scuole tra aprile e maggio.
Oggi, 16 aprile, hanno riaperto le scuole dell’infanzia della Danimarca, dopo una chiusura di un solo mese.
In Germania, pur contro il volere degli epidemiologi, si ripartirà il 3 maggio, stando all’accordo trovato ieri fra Stato e Laender, ma ora si è saputo che gli esami di maturità potranno iniziare prima: già lunedì 20 aprile gli studenti maturandi potranno tornare in classe, in modo così da prepararsi meglio alle prove che li attendono.
Dal lunedì successivo, il 27 aprile, sarà la volta delle superiori, a partire dalla decima classe.
Sempre oggi, anche la Svizzera ha annunciato una riapertura “lenta” e “graduale” a partire dal 27 aprile. Se la situazione epidemiologica lo consentirà, l’11 maggio è prevista anche la riapertura delle scuole dell’obbligo e dei negozi. L’8 giugno saranno riaperti le scuole medie superiori, professionali e universitarie, i musei, i giardini zoologici e le biblioteche.
Ma la situazione è tutt’altro che omogenea. In Polonia, ad esempio, su scuole e università il ministro della sanità, Lukasz Szumowski, ha detto che tutto dipenderà dalle analisi sull’andamento della pandemia nel Paese.
Chi riapre presto si assume grosse responsabilità
A questo proposito, la Ascani ha detto che le riaperture anticipate “rischiano di essere imprudenti: il problema dell’apertura delle scuole è il moltiplicarsi del contagio”.
Secondo la viceministra, in altri Paesi il problema della mancata didattica in presenza è più sentito: “Noi – ha sottolineato Ascani – abbiamo messo un sistema di didattica a distanza che sta garantendo continuità, altri Paesi stanno facendo fatica. Questo dipende dalla capacità di adattamento della classe docente e degli studenti degli italiani”.
Ascani ha detto infine che “nella trattativa sul rinnovo del contratto ai docenti, che sarebbe dovuta partire in queste settimane, “proveremo a tenere conto di quanto successo”.