Personale

Ritorno a scuola, quale autonomia del dirigente scolastico per applicare le linee guida

“Scrivere dritto su righe storte.” E’ questo l’imperativo che dovranno applicare i Dirigenti scolastici al fine di assicurare un regolare avvio del nuovo anno scolastico.

Le Linee guida emanate dal Ministero, dense di fumo e di nebbia, delineano delle norme che non potranno essere attuate in alcuni contesti che presentano situazioni particolari, atipiche e speciali, gravati da situazioni contingenti di disponibilità di locali, condizionati dagli orari dei mezzi pubblici di trasporto, dalla carenza dei servizi aggiuntivi come mense, palestre, spazi esterni.

Come già evidenziato anche dall’AGE (Associazione Genitori)  permangono dei  vincoli che di fatto rendono inapplicabile l’indicazione di “gruppi di non più di 10 alunni, ulteriormente ridotti  nella scuola dell’infanzia; ingressi  scaglionati,  soprattutto  nella  scuola  superiore,  per  ridurre l’affollamento  dei  mezzi  pubblici; aerazione  continua  degli  spazi  comuni  e  delle  palestre; invarianza degli organici di docenti e ATA (Ministero dell’Istruzione); obbligo della mascherina fino al raggiungimento del banco, 2mq di spazio individuale ad alunno, distanza fra docente e banchi di almeno 2 metri, per garantire le aree di passaggio (documento della Conferenza delle Regioni in data 11.6.2020)”.

Ritorno a scuola: igiene e pulizia

Di tutte queste norme appare sacrosanto l’impegno e l’attenzione ad una più accurata pulizia de locali scolastici, aule, arredi, spazi interni ed esterni, servizi igienici che in alcune scuole sono inguardabili.

L’attenzione ad una pulizia accurata diventa segno di una scuola “amata” e considerata come “casa propria”, habitat accogliente della Comunità.

Non andare a scuola quando si ha la febbre

L’avvento del vaccino potrà essere un salvacondotto funzionale ad un regolare svolgimento delle attività didattiche, come pure la regola di “non andare a scuola quando si ha la febbre o la tosse” e tale assenza non dovrebbe avere ricaduta negativa sul conteggio dei giorni scolastici.

Tale norma dovrebbe avere la medesima applicazione anche per il Personale scolastico, Docenti e ATA, i quali spesso si sacrificano e vengono a scuola con la febbre o la tosse, “per non arrecare danno ai Colleghi” e non creare disagi all’organizzazione delle supplenze”.

Dalla prescrizione di consentire la frequenza a non più di 10 alunni per aula discendono, come conseguenza pressoché inevitabile, la necessità di un numero triplo di aule e di docenti e un aumento del personale  ausiliario.

Così come sono stati realizzati in poco tempo nuovi ed attrezzati ospedali per  i futuri contagi, potrebbe essere  questa l’occasione per investire in edilizia scolastica ed eliminare le classi pollaio e le molteplici discrasie della vita scolastica.

Videocamera in classe

E’ assolutamente indispensabile dotare ogni classe di un’idonea videocamera e rendere effettivo il diritto all’istruzione fornendo a tutti gli alunni che ne hanno necessità, gli strumenti e la consulenza necessari per poter fruire della Didattica a distanza.

Tra i tanti “desiderata” anche per la scuola Primaria dovrebbero essere previsti e attivi degli Assistenti tecnici a garanzia di un funzionale uso delle nuove tecnologie.

Procedere con genio creativo e responsabilità educativa” è il messaggio che accompagna gli interventi di innovazione e di sicurezza per la salute degli studenti.

I Dirigenti scolastici attenti e sensibili conoscono molto bene la realtà e il contesto in cui operano e sapranno trovare le soluzioni ottimali per meglio qualificare e assicurare lo svolgimento del servizio scolastico, dando concretezza operativa alla tanto conclamata “autonomia” che consente di darsi delle regole che meglio rispondono ai bisogni dell’utenza e al conseguimento degli obiettivi condivisi.

La collaborazione e la cooperazione delle famiglie sarà certamente di grande aiuto e favorirà una serena e condivisa applicazione delle norme concordate.

Ritorno a scuola: incrementare il numero dei docenti e dei collaboratori scolastici

La necessità di incrementare il numero dei docenti e dei collaboratori scolastici è indispensabile anche in sostituzione di coloro che rientrano nella categoria dei “lavoratori fragili” e degli insegnanti della scuola.

dell’infanzia ultrasessantenni,  che  risultano  particolarmente  a  rischio  per  età  e per il contatto diretto con i bambini.

La proposta di utilizzare teatri e musei è certamente una buona opportunità che si offre agli studenti come spazio di nuove esperienze, ma non potrà sostituire l’ordinarietà della vita scolastica e delle attività di insegnamento curriculare ed anche in questi casi occorre un numero maggiore di collaboratori scolastici.

Se possibile, la scuola non dovrebbe privarsi di spazi vitali come laboratori e palestre per trasformarle in aule. Potrebbero essere utilizzate anche le strutture delle scuole paritarie e favorire una vivace integrazione per una scuola di qualità.

Senza investire nell’istruzione, non ci sarà futuro per le nuove generazioni” e speriamo che le promesse del Governo trovino attuazione.

Oggi l’ambiente digitale caratterizza il mondo contemporaneo. “Larghe fasce dell’umanità vi sono immerse in maniera ordinaria e continua. Non si tratta più soltanto di ‘usare’ strumenti di comunicazione, ma di vivere in una cultura ampiamente digitalizzata che ha impatti profondissimi sulla nozione di tempo e di spazio e sulla percezione di sé e del mondo, nonché sul modo di comunicare, di apprendere, di informarsi e di entrare in relazione con gli altri. Si tratta di un approccio alla realtà che tende a privilegiare l’immagine rispetto all’ascolto e alla lettura e che influenza il modo di imparare e lo sviluppo del senso critico”.

Questa considerazione aiuta e meglio leggere il presente e i suoi bisogni e rispondere ad essi con cl concretezza del “particolare”. Le linee guida vanno interpretate ed adattate ai diversi contesti in collaborazione con gli Enti locali e l’intera Comunità scolastica, la quale, condividendo le motivazioni delle scelte proposte, si rende parte attiva e responsabile nell’applicazione dei provvedimenti adottati.

Giuseppe Adernò

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