Dopo la decisione di riaprire gli istituti scolastici dall’11 maggio prossimo, in Francia si introduce una parziale marcia indietro: il progressivo ritorno a scuola avverrà su base volontaria dei genitori e senza obblighi.
Il presidente Emmanuel Macron, intervenendo durante un incontro con i sindaci di Francia per fare il punto sulla lotta al Coronaviru, ha detto che il ritorno progressivo degli alunni a scuola, previsto a cominciare dall’11 maggio, si farà “su base volontaria dei genitori e senza obblighi”, ma “bisognerà probabilmente imporre l’uso della mascherina” nei trasporti pubblici”.
Dopo avere precisato che la fine del confinamento non avverrà su base regionale, al contrario di come ipotizzato in un primo tempo, il presidente francese ha detto che il piano del governo transalpino per entrare nella “Fase 2” dovrebbe essere presentato agli eletti martedì.
Cosa accade, invece, in Italia? Il Comitato di esperti nominato due giorni fa dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina per lavorare alla ripartenza della scuola dopo la riduzione del pericolo di contagio da Covid-19, si è messa al lavoro.
“Stamattina ho partecipato alla riunione di insediamento”, ha detto Azzolina che ha detto di avere partecipato al primo incontro, definito “molto operativo”.
Il tavolo farà velocemente le prime proposte e ha già un fitto calendario di lavori. “Lavoreremo a come ripartire e a come farlo in sicurezza, tutelando la salute di tutti – ha aggiunto la ministra -: daremo risposte al personale, alle famiglie, ad alunni e studenti, dai più piccoli, i bambini, ai più grandi, i ragazzi dell’ultimo anno di scuola. È un lavoro delicato e importante”.
La titolare del MI ha confermato che l’amministrazione e il Governo, sempre sulla base delle indicazioni degli esperti, faranno il massimo per far svolgere l’esame di maturità in presenza e non a distanza.
“Abbiamo subito due priorità – ha confermato Azzolina -: sostenere le famiglie coinvolte dalla chiusura delle scuole e lavorare per garantire gli Esami di Stato del secondo ciclo, che noi auspichiamo si facciano in presenza”, come ormai quasi tutti i partiti di Governo.
Sulla necessità di decidere in fretta, si è espresso anche il coordinatore Comitato di esperti: “Il comitato opererà con rapidità – ha annunciato il professor Patrizio Bianchi -, ci daremo tempi stretti perché sappiamo che c’è molta attesa da parte di famiglie, personale scolastico, studenti”.
Gli auguri alla task force sono stati fatti anche dal sottosegretario all’istruzione Peppe De Cristofaro, che ha anche rivolto al gruppo di esperti “l’invito di lavorare a partire dall’ascolto, dal confronto attivo e dal dialogo con tutte le parti in causa, in primis gli studenti, i sindacati, il personale scolastico, le famiglie e a partire dal raccordo con il comitato tecnico-scientifico e le forze politiche”.
Il sottosegretario di Leu ha ricordato che la scorsa settimana ha “avuto modo di avere una ampia interlocuzione con gli studenti: replicheremo presto e ieri” ha anche “partecipato ad una interessante riunione con i genitori firmatari dell’appello fiorentino”, che chidee
“Solo con la partecipazione di tutti riusciremo a fare un buon lavoro e a condividere proposte e piani di fattibilità che abbiano un ampio consenso. La scuola la riapriamo – ha concluso De Cristofaro – garantendo il diritto alla salute, ipotizzando tempi e modi tutti insieme”.
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