La riapertura delle scuole dopo il lockdown vedrà un organico aggiuntivo di docenti e personale Ata fino a 70 mila posti. Lo stabilisce il decreto firmato dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina il 27 agosto.
Direttamente dalla propria pagina Facebook, la ministra Azzolina dice: “ho appena firmato il nuovo decreto che ripartisce i soldi per le assunzioni del personale scolastico per l’emergenza. Saranno in tutto circa 70 mila, tra docenti e personale ATA. Una misura unica in Europa e che aiuterà molto nella ripartenza“.
Il contingente di “supplenti anti-covid” è dunque leggermente aumentato rispetto alle prime previsioni. Anzi, rispetto all’ordinanza ministeriale dello scorso 5 agosto: inizialmente, infatti, come previsto dal decreto rilancio, i supplenti aggiuntivi per il rientro a scuola erano fissati a 50 mila, suddivisi all’incirca in 40 mila insegnanti e 10 mila collaboratori scolastici, per una spesa totale di 977 milioni.
Con il decreto agosto, invece, si è esteso l’investimento per i supplenti covid, che in totale saranno pertanto 70 mila. La previsione fatta da La Tecnica della Scuola poche settimane fa si è rilevata corretta.
Tuttavia è bene ricordare che se dovesse scattare il lockdown, questi supplenti sarebbero licenziati e non avrebbero alcun beneficio di indennità di disoccupazione, come previsto generalmente per tutti i lavoratori a tempo determinato.
E’ la norma prevista decreto rilancio che prevede il licenziamento di questi supplenti in caso di nuova chiusura delle scuole.
Il Ministero ha già spiegato che le risorse del fondo che consente di incrementare gli organici saranno assegnate agli Uffici Scolastici Regionali che potranno attivare, per l’anno scolastico 2020/2021 ulteriori incarichi temporanei di insegnanti e ATA.
Ma quali sono i criteri che porteranno i supplenti aggiuntivi nelle scuole? Le risorse economiche, dice ancora il MI, saranno ripartite tra gli Uffici Scolastici Regionali con decreto del Ministro dell’Istruzione, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sulla base di due criteri:
L’aumento di docenti e collaboratori scolastici per andare incontro alle modalità di lezioni del ritorno a scuola, che prevede sicuramente un’esigenza maggiore di personale per lo sdoppiamento delle classi e gli ingressi scaglionati, è sicuramente fondamentale. Nonostante l’aumento di contingente, resta il dubbio se siano o meno sufficienti questi supplenti.
In base al calcolo della Gilda degli insegnanti, “posto che il costo medio lordo di un docente ammonta a circa €40.000, suddiviso per le 8200 sedi di direzione abbiamo la possibilità di assumere per un anno 2 o 3 persone per ogni istituzione scolastica da distribuire su un numero di plessi che arriva a 42.000“, sul calcolo di 40 mila insegnanti in più.
Anche la questione collaboratori scolastici riveste una certa importanza: con ingressi scaglionati e misure di sicurezza anti-Covid sarebbe necessario una dotazione di collaboratori scolastici maggiore rispetto al passato.
Infatti, in ogni istituto saranno necessari dei “controllori” che dovranno gestire il flusso discontinuo di alunni in ingresso e uscita, allo scopo di evitare assembramenti e altre situazioni pericolose ai fini del contagio.
Senza dimenticare che la pulizia dei bagni e dei locali scolastici dovrà essere rafforzata. Per questo motivo aumentare i collaboratori scolastici diventa indispensabile.
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