Non solo banchi innovativi, distanziamento fra gli studenti e le mascherine: il rientro a scuola deve prevedere un sistema efficace che permetta una corretta qualità dell’aria. Altrimenti tutte le misure di sicurezza potrebbero essere anche vanificate. A lanciare l’allarme è il Sima, Società italiana di medicina ambientale, che è intervenuta sul dibattito ritorno a scuola in sicurezza.
Secondo Alessandro Miani, presidente Sima “la discussione sui banchi e la responsabilità giuridica dei presidi sta facendo passare in secondo piano il vero nodo alla base di una riapertura in sicurezza delle scuole“.
Infatti, secondo Miani, il vero punto sarà come garantire una qualità dell’aria ottimale in aula sia dal punto di vista chimico-fisico che microbiologico (assenza di virus). “E questo obiettivo può essere raggiunto già con completi ricambi d’aria ad ogni cambio d’ora ma anche investendo in tecnologie per la ventilazione meccanica controllata (VMC) con filtrazione aria in entrata e con la purificazione dell’aria indoor, grazie a dispositivi in grado di eliminare virus e particelle fino a 0,1 micron“, spiega all’Ansa.
“È strategicamente sbagliato- aggiunge Miani- investire le limitate risorse solo per banchi monoposto al fine garantire una distanza di un metro che è molto inferiore ai due raccomandati dall’Oms o ai 4 indicati come plausibili in studi pubblicati da Sima e altri ricercatori“.
A spiegare nel dettaglio l’importanza dell’areazione nelle classi è il vicepresidente Sima Prisco Piscitelli, che sottolinea come il metro di distanza sia insufficiente per una eventuale situazione di contagio: “Nessun distanziamento tra banchi può impedire la potenziale concentrazione all’interno dell’aula di sostanze emesse direttamente dalla respirazione. Come evidenziato in una pubblicazione Sima – Unesco, se consideriamo la CO2 come indicatore, ogni bambino fino a 10 anni emette da seduto circa 14 litri di CO2 all’ora contro i 27 litri dei teenager (fino a raggiungere gli 85 litri in palestra durante attività sportiva).
Pertanto, “l’aria viziata in classe rappresenta un problema noto che acquisisce nuova criticità nel caso ci fossero uno o più alunni portatori del virus in una classe senza ricambi d’aria adeguati“.
Ecco perchè, la Sima lancia un appello al Comitato Tecnico Scientifico, perché il problema della qualità dell’aria (IAQ) “sia al centro dei documenti di valutazione dei rischi in corso di predisposizione da parte degli istituti scolastici con l’individuazione di un referente come avviene in altri Paesi“.
Questa testata aveva già sollevato il problema pochi giorni fa, ricordando che nel protocollo di sicurezza MI-sindacati si scrive che “l’accesso agli spazi comuni deve essere contingentato, con la previsione di una ventilazione adeguata dei locali, per un tempo limitato allo stretto necessario e con il mantenimento della distanza di sicurezza. Pertanto il dirigente scolastico valuta l’opportunità di rimodulare le attività didattiche nelle aule, eventualmente alternando le presenze degli studenti con lezioni da remoto, in modalità didattica digitale integrata“.
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