A poco più di un mese dal nuovo anno scolastico e prima della pausa di Ferragosto, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi convoca i sindacati: l’appuntamento è per martedì 27 luglio, quando i rappresentanti dei lavoratori incontreranno il numero uno del dicastero di Viale Trastevere in due occasioni. L’obiettivo è dirimere i tanti dubbi che dominano, a partire dal numero effettivo di non vaccinati, e come convincerli, come anche il dilemma delle tante assunzioni in ruolo, oltre 112 mila sulla carta, e ancora più a termine.
La prima, a metà mattinata, alle ore 10.30, quando ci sarà il confronto con i tecnici del Ministero ed esponenti della struttura Commissariale per l’Emergenza, diretta dal generale Francesco Figliuolo, per discutere del Protocollo sulla sicurezza, sempre in vista della ripartenza a settembre: è inevitabile, quindi, che si parli del possibile obbligo vaccinale e del green pass a scuola. Una ipotesi, quest’ultima, che provoca tanto scetticismo tra gli addetti ai lavori, come confermato dal sondaggio della Tecnica della Scuola cui hanno partecipato oltre 11 mila lettori.
A questo proposito, Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, ha inviato una lettera al ministro dell’Istruzione per dire che “le indicazioni del verbale del Cts del 12 luglio sono ambigue e rese sulla base di un presupposto – il raggiungimento del 60% di vaccinati tra il personale e la popolazione scolastica over 12 a settembre – ad oggi di incerta realizzazione. Né alcuna scelta è stata compiuta dal decisore politico su queste indicazioni, visto che il Ministero non ha ancora adottato il Piano scuola 2021-2022”.
Il presidente dell’Anp nazionale, quindi, chiede al ministro Bianchi “che prima ci siano misure tecniche e scelte politiche, poi si discuta della sottoscrizione del Protocollo di intesa sulla sicurezza”.
Nei giorni scorsi, anche il ministro Bianchi aveva espresso l’esigenza di recepire un parere circostanziato dal Cts in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico: la convocazione dei sindacati presuppone che abbia ricevuto almeno parte di quelle risposte.
Poche ore dopo, nel pomeriggio sempre di domani, a partire dalle ore 15.00, i sindacati incontreranno lo stesso ministro per l’Istruzione su una serie di temi che riguardano da vicino l’organizzazione del prossimo anno scolastico.
Si parlerà, è praticamente, anche di nomine, quindi di assunzioni a tempo indeterminato e determinato, che dovrebbero portare in ruolo alcune decine di migliaia di docenti, ma anche dei nodi da sciogliere per evitare la didattica a distanza.
Su questo e altri punti mette le mani avanti il segretario della Uil Scuola, Pino Turi. “Le lezioni siano in presenza e in sicurezza. E la prima cosa da fare sia l’assunzione di personale precario da stabilizzare, perché per ripartire in sicurezza bisogna investire sul personale che ha almeno 36 mesi di servizio: servono dai 40 ai 70mila ‘docenti Covid’ per la riduzione delle classi, magari con orari scaglionati”.
“Riguardo al distanziamento nelle aule – continua Turi -, chiediamo di ridurre alunni per classe. Inoltre manca un presidio sanitario per il tracciamento in ogni scuola, anche per questo non abbiamo dati esatti sui contagi negli istituti”.
Riguardo all’obbligo vaccinale per i docenti, Turi spiega: “saremmo favorevoli rispetto a una legge chiara, ma senza alcuna gogna mediatica sul personale della scuola. C’è inoltre il tema dei lavoratori fragili, che rischiano il licenziamento: vengono messi in malattia d’ufficio dal dirigente scolastico, ma a seconda dei mesi di assenza rischiano una forte decurtazione dello stipendio”, ha concluso il rappresentante Uil.
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