Sulla ripresa delle attività scolastiche per tutti gli studenti, il governo sembra non avere un’idea unica. Se da parte del premier Giuseppe Conte e della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina trapela ottimismo per il ritorno in classe di almeno il 50% di allievi il prossimo 7 gennaio, da altri rappresentati dell’esecutivo c’è invece più cautela. Tra chi sostiene che non bisogna avere fretta figura il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, del Movimento 5 Stelle.
Intervistato da Radio Cusano Campus, durante la trasmissione ‘L’Italia s’è desta’, Sileri ha detto che la scuola è “un ambiente sicuro, va reso sicuro anche tutto ciò che circonda la scuola. Una cosa è certa, non dobbiamo correre da questo punto di vista, l’unica cosa per cui dobbiamo correre è il vaccino quando arriverà”.
“Dobbiamo continuare a monitorare – ha continuato- perché credo che vi sarà una risalita dei casi a partire dalla seconda settimana di gennaio: dobbiamo essere pronti a fare dei passi indietro nel caso il virus rialzasse la testa”.
Le parole del sottosegretario alla Salute appaiono chiare: qualora i contagi dovessero innalzarsi, si andrebbe incontro ad una nuova “stretta”.
Si attuerebbero, in pratica, di nuovo delle restrizioni sociali: le stesse che secondo uno studio dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica ha portata ad avere la seconda ondata di Covid-19 con molti più contagi e vittime della prima.
E nel caso si andasse a realizzare questo scenario, le scuole superiori non sarebbero di certo indenni ai nuovi limiti imposti. Soprattutto se i mezzi di trasporto continueranno a far viaggiare gli studenti su vetture colme di persone.
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