Chi fine ha fatto il testo di legge sul ritorno dell’educazione civica scuola, approvato il 2 agosto scorso, con grandi elogi dalla Lega e dal suo leader Matteo Salvini? È quello che si stanno domandando in molti, soprattutto dopo la sua mancata pubblicazione in Gazzetta Ufficiale entro lo scorso 16 agosto.
Quella data era infatti il limite per rispettare i 15 giorni canonici necessari all’entrata in vigore della norma che introduce l’insegnamento scolastico di un’ora di educazione civica nel primo e secondo ciclo di istruzione (seppure all’interno di altre discipline). E più di qualcuno ha quindi detto che sarebbe stato impossibile attuare le novità previste con l’avvio del prossimo anno scolastico. Il pericolo, certamente, rimane, ma le cose non stanno proprio così.
Già in altre circostanze simili, questo genere di problemi di attuazione normativa si sono risolti attivando dei meccanismi, previsti comunque dalla legge, che prevedono l’introduzione delle novità approvate a livello di sperimentazione nazionale.
I parlamentari lo sanno bene. E a dirlo è ora il deputato della Lega Massimiliano Capitanio, che è anche primo firmatario della legge per l’introduzione dell’educazione civica obbligatoria e curricolare a scuola.
Il leghista dice, a questo proposito che è vero che “la legge è stata trasmessa il 2 agosto al Quirinale, c’erano e ci sono i tempi tecnici per non vanificare un lavoro trasversale e non deludere le speranze delle famiglie, dei docenti, dei dirigenti scolastici e, in primis, dei ragazzi. Non appena la legge verrà promulgata dal Presidente della Repubblica, sono certo che il Ministro Bussetti e i tecnici del Miur troveranno la soluzione per non perdere un altro anno”.
Perché, continua, “se è vero che l’articolo 2 della legge prevede l’istituzione dell’insegnamento dell’educazione civica a decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore del provvedimento – dice ancora Capitanio – è altrettanto vero che è possibile chiarire questo aspetto con un decreto ministeriale ad hoc, e il Miur è già pronto”.
Il leghista risponde anche a chi si è lamentato per avere approvato un provvedimento a costo zero e senza adeguati finanziamenti: rimaniamo “a disposizione – spiega – per lavorare fin da subito con tutte le forze politiche per sviluppare la legge, trovare ulteriori fondi, arricchirla: questa è una legge che appartiene a tutti, l’Italia ha bisogno di educazione civica, non fermiamoci adesso”.
L’on. Capitanio svela, infine, il motivo del blocco dell’iter che avrebbe dovuto portare il testo in Gazzetta Ufficiale: presentato alla Camera il 1° giugno 2018, è stato approvato all’unanimità alla Camera il 2 maggio 2019 -Trasmesso al Senato il 3 maggio, è stato approvato in via definitiva il 1° agosto. Dal giorno successivo è fermo al Quirinale.
“Mi appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché – dice ancora l’esponente del Carroccio – l’educazione civica, attesa da milioni di italiani, possa tornare sui banchi di scuola già dal prossimo anno scolastico. Lo abbiamo fatto, come diceva Aldo Moro, per pulire il futuro ai nostri ragazzi. Il Parlamento ha espresso chiaramente la sua volontà votando il provvedimento all’unanimità alla Camera e a larghissima maggioranza al Senato, con la sola astensione del PD”.
Sui motivi dello stop all’approvazione definitiva del testo, però, l’on. Capitanio non fa alcun cenno. La domanda sorge spontentanea: si stratta di uno stop legato alla burocrazia oppure c’è qualcos’altro?
Intanto, il Miur ha già trasmesso le linee guida al Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione, il quale ha anche già calendarizzato l’incontro per esprimere il suo parere motivato sul provvedimento.
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