Circa un miliardo per assumere tempo determinato 50 mila lavoratori, circa 40 mila docenti e 10 mila ATA. E’ la dotazione organica annunciata anche dal Ministro Gualtieri e che è stata illustrata alle organizzazioni sindacali dal Ministero dell’Istruzione. Peccato che questo organico aggiuntivo non basterà.
Il Ministero ha spiegato infatti che le risorse del fondo che consente di incrementare gli organici saranno assegnate agli Uffici Scolastici Regionali che potranno attivare, per l’anno scolastico 2020/2021 ulteriori incarichi temporanei di insegnanti e ATA.
Il MI preciserà che verrà data priorità alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo, con particolare riferimento alla scuola primaria.
Ma quali sono i criteri che porteranno i supplenti aggiuntivi nelle scuole? Le risorse economiche, dice ancora il MI, saranno ripartite tra gli Uffici Scolastici Regionali con decreto del Ministro dell’Istruzione, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sulla base di due criteri:
Questa è l’idea del Ministero. Nella pratica, ciò si tradurrà con ogni probabilità in un altro modo: la regione Lombardia, ad esempio, richiederà 6 mila posti aggiuntivi per ipotesi. Peccato che quel numero di supplenti non arriverà così facilmente.
I posti aggiuntivi sono davvero pochi per tutti. Ne è convinta anche la Gilda: “Posto che il costo medio lordo di un docente ammonta a circa €40.000, suddiviso per le 8200 sedi di direzione abbiamo la possibilità di assumere per un anno 2 o 3 persone per ogni istituzione scolastica da distribuire su un numero di plessi che arriva a 42.000“.
Se consideriamo che si prevede di “assegnare la maggior parte del personale alla scuola dell’infanzia e alla primaria laddove la situazione è inevitabilmente più difficile, vista la necessità di un rapporto docenti-alunni più ridotto rispetto agli altri ordini scolastici“, prosegue il sindacato, che quindi osserva come “non resterà quasi nulla per le grandi scuole superiori delle grandi città che sin da ora si stanno organizzando per la didattica a distanza. L’assegnazione di personale è addirittura di molto inferiore a quella che, in assenza di emergenza, fu prevista nel 2015 con l’istituzione dell’organico potenziato“.
Altro aspetto senza dubbio critico è dato dalla provenienza di questi lavoratori: per i docenti, da dove si pescherà?
Verosimilmente, si attingerebbe dalle nuove graduatorie provinciali e di istituto, le cui domande di inserimento scadono il 6 agosto.
Anche qui però le perplessità sono lecite: dato e considerato l’enorme difficoltà che stanno avendo gli aspiranti ad inserire la domanda, non è difficile pensare ad una proroga delle domande oltre il 6 agosto.
Quindi, ipotizzando una chiusura delle domande cavallo con il ferragosto, le nuove graduatorie saranno pronte in poche settimane, per l’avvio delle lezioni dal 14 settembre? Gli elementi farebbero propendere ad un autunno caldissimo pieno di problemi di cattedre vuote.
Considerando anche che, nonostante le 80 mila assunzioni in ruolo chieste da Azzolina al MEF, queste saranno più che dimezzate nella pratica.
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