Politica scolastica

Ritorno in classe, il Ministero interviene in Piemonte: “Riapertura in aperto contrasto”

Il Ministero dell’Istruzione interviene sul caso delle scuole riaperte in Piemonte. Secondo quanto riportava “La Repubblica, la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina avrebbe bloccato il progetto di riapertura delle scuole nel comune di Borgosesia per “fastidi personali”, il Ministero, in una nota, “fa presente che il progetto locale era semplicemente in aperto contrasto con il quadro normativo e le disposizioni vigenti per il contenimento della diffusione del Covid-19. Pertanto, l’Ufficio scolastico territoriale di Vercelli ha scritto nella giornata di ieri ai dirigenti scolastici delle scuole interessate, ricordando le norme attualmente in vigore”.

Il progetto

A Borgosesia, Quarona e Varallo Sesia le aule di tre istituti scolastici dovevano riaprire  seguendo un rigido protocollo di sicurezza, basato su un massimo di quattro alunni per classe nelle scuole dell’infanzia e di cinque per le primarie, mentre il personale (sottoposto a test sierologici) deve indossare la mascherina.

Inoltre le aule areate per dieci minuti ogni ora e i bambini alzarsi per lavarsi le mani una volta all’ora e andare in bagno non più di uno alla volta. Garantiti circa cinque metri quadrati di spazio a bambino e più volte nell’arco della giornata ci sarà la rilevazione della temperatura. Ogni 24 ore, invece, i locali utilizzati per il progetto, approvato dalla giunta regionale, saranno sanificati.

Per il progetto, il costo da corrispondere alla cooperativa è di 10 euro al giorno per dieci ore di assistenza ai bambini. Il pasto, che non potrà essere portato da casa per esigenze sanitarie, costerà invece 5 euro e sarà preparato in porzioni monodose.

Gli assistenti della cooperativa dovevano lo svolgimento dei compiti e delle lezioni online dei bambini, i quali dovranno portarsi da casa un proprio computer o un tablet. Il progetto durerà fino alla chiusura dell’anno scolastico, il 12 giugno, e partirà martedì invece di lunedì perché c’è bisogno del tempo per sottoporre a test sierologico tutto il personale che prenderà parte alla sperimentazione.

Redazione

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