La scuola non è un parcheggio: chi pensa il contrario non ha compreso che le lezioni riprenderanno solo quando si avrà la sicurezza estrema di non avere più pericoli da contagio di Covid-19. A sostenerlo è Lucia Ciampi, deputata Pd in Commissione Cultura della Camera, che ha in questo modo voluto rispondere alle crescenti pressioni di coloro che paventano un rientro in classe anticipato, anche attraverso riuscite petizioni on line.
“Comprendo gli appelli delle famiglie, ed in particolar modo delle donne lavoratrici, che si sono susseguiti in questi giorni sulla necessità di riaprire prima possibile le scuole, ma – ha detto l’on. Lucia Ciampi – non può passare in nessun modo l’equiparazione fra istituzione scolastica quale luogo in cui lasciare i figli mentre si va lavoro”.
Per la democratica, sono necessari strumenti adeguati, anche economici, per garantire ai genitori di poter continuare la propria attività professionale ma la scuola andrà riaperta nella massima sicurezza. Per questi motivi appoggio pienamente quanto deciso ed annunciato dal ministro Azzolina e del viceministro Ascani sulla ripresa delle lezioni non prima di settembre”.
L’on. Lucia Ciampi, comunque, non respinge la proposta della sindaca di Empoli, Brenda Barnini, la quale ha annunciato che proprio oggi avrebbe avanzato una richiesta alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per candidare Empoli come “città pilota” per la ripresa delle attività didattiche in classe.
Secondo Barnini, si tratta di “interessanti iniziative sperimentali per consentire il rientro in classe”, da prendere in considerazione “qualora le famiglie coinvolte fossero disponibili: si tratta di progetti che potrebbero sviluppare e valutare oggi modelli di lezione con il distanziamento sociale, in vista della ripresa complessiva nei prossimi mesi”.
In effetti, il sindaco di Empoli, che è anche responsabile welfare della segreteria nazionale del Pd, ha auspicato di avviare al più presto la sperimentazione: “la scuola è stata la prima a chiudere e sembra sarà l’ultima a riaprire, con nel mezzo solo la didattica distanza”: una modalità didattica che, però sottolinea “non va bene e non basta”.
“Scegliamo – aveva detto Barnini – un territorio dove poter sperimentare qualcosa di più, utilizzando gli spazi comuni degli edifici scolastici per rispettare le distanze, sfruttando tutta la giornata per poter far entrare gruppi più piccoli di bambini”.
L’idea non sarebbe molto distante da quella lanciata dalle pagine della Tecnica della Scuola dal pedagogista Raffaele Iosa.
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