Con il nuovo anno scolastico, la scuola ha ripreso in presenza ma non in tutte le Regioni allo stesso modo. Sia sul fronte delle misure di contrasto al Covid-19, sia per fare fronte alle necessità più tradizionali, come l’attivazione dei trasporti pubblici aggiuntivi, fondamentali per evitare assembramenti durante il percorso casa-scuola e viceversa. Vi sono delle realtà territoriali – come Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Marche e Abruzzo – in cui è stato potenziato il trasporto pubblico locale aumentando le corse negli orari in cui i mezzi sono più utilizzati dagli studenti. In generale, al Sud non ci sono stati interventi o non sono stati significativi, mentre in Lombardia “ci sono problemi a reperire gli autisti“. Le indicazioni giungono da un report di Cisl Scuola sullo stato dell’arte all’inizio dell’anno scolastico 2021/22.
Al Sud i problemi maggiori
In Puglia, dove assieme alla Calabria si è tornati sui banchi solo oggi 20 settembre, con tutte le Regioni che sempre da oggi hanno così ripreso le attività didattiche, “si è optato per il doppio turno di ingressi a Bari”.
“In generale non brillano le Regioni del Sud e non riusciamo ad avere notizie su Sicilia, Sardegna, Campania e Veneto”, ha spiegato Maddalena Gissi, segretaria generale di Cisl Scuola.
Aule in più, problemi legati a Comuni e Province
Secondo i dati raccolti dal sindacato, un altro problema è quello dell’edilizia scolastica: “L’anno scorso dovevano essere costruite 40mila aule con un percorso di edilizia leggera ma ci risulta che ne siano state completate meno del 50%, soprattutto perché gli enti locali (i Comuni per le scuole del primo ciclo e medie, le Province per le superiori ndr) si scontrano con la burocrazia”.
“Inoltre – continua la sindacalista Confederale – le risorse sono state assegnate con modalità incerte, così molte scuole hanno ridimensionato le loro valutazioni e sono stati utilizzati fra settembre e dicembre 358 milioni di euro. Altri 900 milioni di finanziamenti sono stati restituiti. In pochissime scuole sono aumentate le aule”, sottolinea Gissi.
Quest’ultima considerazione, assieme alla conferma delle classi con alti numeri di iscritti, è alla base delle lamentele per i rischi derivanti da contatti troppo ravvicinati tra gli alunni.