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Ritorno in classe: per i pediatri servono cibi sani, sport e dialogo

Corretta alimentazione, sport e dialogo: per i medici dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma sono degli aspetti fondamentali che alunni e famiglie devono curare per poter meglio affrontare il nuovo anno scolastico alle porte. Attraverso alcune schede esplicative i pediatri consigliano alle famiglie i abituare i propri figli ad assumere alimenti vari ed equilibrati, a svolgere con assiduità un’attività fisica e a parlare con sincerità con i propri figli.
Adiamo per ordine. “E’ fondamentale – spiega la dottoressa Amalia Maria Ambruzzi, dell’ospedale romano – distribuire l’assunzione di cibo in cinque momenti nella giornata: prima colazione, spuntino di metà mattina, pranzo, merenda, cena. La prima colazione deve coprire il 15% di apporto calorico giornaliero: è un momento alimentare troppo spesso trascurato, mentre è importante sottolineare che un bambino deve consumare un’adeguata prima colazione”. Per gli spuntini fuori pasto Ambruzzi consiglia “frutta fresca o frullati di frutta, yogurt con frutta fresca, gelati alla frutta. Sono invece da evitare panini o focacce con insaccati o formaggi perchè ricchi di grassi e perchè tolgono l’appetito per il pranzo”.
Nella programmazione dei pasti è invece necessario “tener presente quello che si mangia nel corso della giornata: è consigliabile proporre di sera un passato di verdura o un piatto in brodo se il pranzo prevedeva un primo piatto asciutto, alternare le verdure crude con quelle cotte ed evitare a cena piatti a base di carne o pesce se già consumati nel pasto di mezzogiorno”.
Quello che giunge dai pediatri del Bambino Gesù di Roma è un vero inno all’assunzione della sana dieta mediterranea: “spesso l’alimentazione è troppo ricca di proteine e grassi mentre la dieta mediterranea, basata su legumi, pesce, cereali, frutta, olio di oliva è una risposta pratica al problema e un opportuno ‘ritorno al passato’”, sostiene la dietologa Amalia Maria Ambruzzi. Il consiglio per i genitori è quindi quello di prestare maggiore attenzione alla dieta del bambino o del giovane: “si mostrano disinformati nella scelta degli alimenti sottovalutando i rischi di un’alimentazione non corretta – sottolinea la dietologa – mentre i soggetti in età evolutiva, insieme alla loro famiglia, vanno informati e ‘rieducati’ al fine di intervenire su un terreno ancora plasmabile e in un periodo in cui il danno, se già instaurato, è ancora reversibile”.
L’Italia in effetti vanta il triste primato europeo di individui obesi in età adolescenziale: è importante, quindi, che tornando a scuola i ragazzi ritrovino un equilibrio compensando con l’attività fisica la sedentarietà della vita scolastica. “È importante sottolineare quanto sia utile alternare alla sedentarietà dell’attività scolastica un’adeguata attività fisica”, afferma il dottor Armando Calzolai, dell’unità operativa di medicina cardiorespiratoria e dello sport sempre del Bambino Gesù di Roma. “L’attività fisica deve impegnare il bambino ogni giorno – continua Calzolai – e può iniziare già dal mattino, quando è possibile, raggiungendo a piedi l’edificio scolastico o può consistere nel concludere le lezioni con una lunga passeggiata con mamma o papà. Camminare e giocare in luoghi ben areati, lontani dal traffico più intenso, preferibilmente in spazi verdi è l’attività fisica ideale che ogni genitore dovrebbe assicurare al proprio bambino”.
Nelle città però non sempre questo tipo di soluzioni sono fattibili. “Quando questo è non è possibile o viene riservato solo al fine settimana, è bene che il bambino si dedichi ad una attività fisica due o tre volte la settimana”, ribatte il medico sportivo. Il dottor Calzolai dà anche delle indicazioni sul tipo di sport da scegliere per i propri ragazzi: “Nei primi anni dell’età scolare è indicato il nuoto, attività fisica completa, che assicura uno sviluppo motorio adeguato e privilegia lo sviluppo armonico di tutto il fisico. Solo più tardi – continua il medico del Bambino Gesù – è bene iniziare una attività fisica di tipo sportivo, infatti le moderne correnti di pensiero in materia consigliano l’inizio di una specializzazione sportiva solo successivamente”.
Il medico sportivo dà anche alcuni preziosi suggerimenti sulle conseguenze delle cattive abitudini per la schiena del ragazzo: indicazioni, tra l’altro, non proprio in linea con quelle giunte negli ultimi anni. Sull’uso degli zaini spesso pesanti per troppi libri Calzolai sostiene che “non si deve drammatizzare: essi non sono causa di deformità o deviazione della colonna vertebrale se vengono portati, anche su una sola spalla, per brevi periodi. L’uso limitato a 10-20 minuti al giorno non crea alcun problema”. Sfatato anche il tabù della schiena sempre dritta quando si sta seduti: “nelle ore di scuola, è quasi inutile invitare il bambino a “stare dritto” con la schiena – dice il medico dello sport – : in realtà il concetto di postura corretta è molto discutibile, esiste quella di “attenzione” che aiuta la capacità di concentrazione, tramite una modifica continua della posizione sulla sedia. Quindi è meglio non assumere una determinata posizione e mantenerla per ore, ma modificarla spesso”.
Dai medici pediatri dell’ospedale capitolini giungono, infine, altri importanti suggerimenti: seguire i figli rassicurandoli sull’ambiente scolastico che li accoglierà, parlare delle loro esperienze scolastiche e rispettare i singoli tempi di inserimento.
Nel caso di bimbi attorno ai tre anni che si apprestano ad andare per la prima volta alla scuola dell’infanzia è bene che ” nell’inserimento si rispettino i tempi e le modalità proprie di ogni bambino, adattandosi alle sue necessità in maniera elastica”, spiega la dottoressa Simonetta Gentile, dell’unità operativa complessa di neuropsichiatria infantile dell’ospedale pediatrico romano.
“Il primo giorno, si consiglia di accompagnare il bambino in aula – continua Gentile – almeno uno dei genitori o, se questi mancano, una eventuale figura sostitutiva di riferimento potrà presentargli l’insegnante e il nuovo l’ambiente, parlando al bambino con semplicità e chiarezza e spiegandogli ogni cosa”. Per aiutarlo a frequentare serenamente la scuola e a favorire l’interesse per l’apprendimento “il bambino va rassicurato sulla capacità dell’ambiente e dell’insegnante di prendersi cura di lui e dei suoi bisogni (mangiare, bere, evacuare, riposarsi, etc.)”. 
I pediatri si soffermano poi sul ruolo dei genitori: un buon andamento scolastico dipende molto spesso dal ‘lavoro’ svolto dalla famiglia. Per “trasmettere con parole e comportamenti che imparare cose nuove è un piacere e un valore: i bambini – sostiene dottoressa Simonetta Gentile – imparano osservando ed imitando il comportamento dei genitori. Per questo occorre manifestare interesse e curiosità e voglia di scoprire insieme le cose nuove: ad iniziare da libri, internet e videocassette”.
Gentile si sofferma poi sulle sane abitudini da adottare per favorire l’apprendimento: “occorre stabilire sempre lo stesso orario per lo studio preceduto da un momento di riposo ed attività tranquille, e seguito da giochi ed impegni più intensi. E’ importante anche parlare di quello che si è fatto a scuola condividendolo nei momenti in cui tutta la famiglia è riunita”. La parola chiave è ‘equilibrio’: è importante riconoscere i successi dei figli, senza sopravvalutare “i risultati, ma apprezzare quello che di nuovo si è appreso e valorizzare il bambino per la sua “crescita” intellettiva. Ma non bisogna mai sottovalutare i risultati negativi: insieme occorre capirne il perché e trovare per tempo la causa e le possibilità di soluzione anche con l’aiuto dell’insegnante e dello psicologo”.
Alessandro Giuliani

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