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Riuscita la manifestazione dei precari che rischiano di scomparire dalle graduatorie

I precari esclusi dalle future assunzioni del Governo sono riusciti nell’intento di sensibilizzare media e opinione pubblica: il 10 settembre, oltre 2mila docenti, di varia estrazione, abilitati e non, hanno protestato davanti al Parlamento. La situazione riguarda almeno 100mila docenti abilitati a vario titolo all’insegnamento, oggi inseriti nella seconda fascia di istituto ma rimasti esclusi dalle Graduatorie ad esaurimento. E che in base al piano di riforma del Governo non rientrano in alcun piano di stabilizzazione: dopo l’assunzione prevista entro il mese di settembre 2015 di 150mila nuovi docenti, il 90 per cento dei quali scelti proprio dalle graduatorie ad esaurimento, le linee guida prevedono le future immissione in ruolo dei soli vincitori del concorso a cattedra.

Ad un certo punto, i manifestanti hanno tentato di muoversi lungo la piazza, ma sono presto stati respinti dalle forze dell’ordine. Non si sono arresi e hanno continuato a protestare con interventi ‘a braccio’, mostrando striscioni e alternando momenti all’insegna della musica dal vivo e dei cori di piazza.

In tanti si sono presentati all’appuntamento vestendo maglie da ‘precari’. E tanti erano anche i cartelli con sopra scritte la varie richieste: “Doppio titolo: TFA e sostegno, ma nella riforma dove siamo?’, ‘Abilitati con servizio in organico di diritto’, ‘Servizio prestato e concorso superato’, ‘PASsione Scuola’. Questi docenti, abilitati dopo il 2011, attraverso Tfa, Pas e pure superando il concorso ma solo come idonei, si trovano ora di Con loro non c’erano i sindacati maggiori (o almeno nella confusione non siamo riusciti a scorgerli). C’erano invece sicuramente diverse sigle che non siedono al tavolo delle trattative. Come il Mida, che ha organizzato la manifestazione. Tante le bandiere celesti del Conitp.

Folto pure il raggruppamento dell’Anief, capitanato dal suo presidente Marcello Pacifico, che ha parlato di docenti ‘invisibili’ perché esclusi prima della GaE e ora forse, almeno una parte, pure dalla graduatorie d’istituto: “come nel 2009 e nel 2011 – ha detto – anche stavolta siamo riusciti a farne inserire nelle GaE diverse centinaia. Altri 14mila aspettano la sentenza del tribunale. Ma molti di più attendono quella, ormai vicina, della Corte di Giustizia europea, sollecitata prima di tutti proprio dall’Anief quasi cinque anni fa, proprio per l’abuso dei contratti a termine: una ‘tradizione’ tutta italiana. Che ha da finire. La soluzione – ha concluso Pacifico – deve passare per via legislativa. Non è più possibile che per insegnare si debba continuare a ricorrere in tribunale”.

Del versante politico, sono venuti a parlare con i precari solo alcuni rappresentanti del Movimento 5 Stelle. ”oggi – hanno spiegato – abbiamo voluto far sentire la nostra vicinanza ai precari della scuola esclusi dalle graduatorie per entrare di ruolo, scesi in piazza per urlare la propria rabbia e disperazione contro un governo sordo e miope. Veri e propri supplenti a vita, che il governo sta totalmente ignorando”. E ancora: “siamo convinti che la strada da percorrere sia una sola: vanno stabilizzati. Parliamo di uomini e donne in possesso dell’abilitazione, che hanno investito tempo e soldi sulla loro formazione e che ora si ritrovano nel girone infernale dei precari di serie B, vittime di un’ingiustizia che il governo si ostina ad ignorare”.

Tra i manifestanti c’erano però anche dei non abilitati: quelli iscritti oggi nella terza fascia d’istituto. E che rischiano di uscire completamente dal panorama delle graduatorie: nella bozza di riforma del Governo c’è scritto, infatti, che le liste di attesa delle scuole saranno presto costituite solo dall’attuale seconda fascia. Per gli altri non rimarrebbe che giocarsi la “carta” del concorso.

Alessandro Giuliani

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