Antonello Giannelli, presidente dell’Anp, l’Associazione nazionale dirigenti pubblici e delle professionalità della scuola, nonché dirigente tecnico del Miur, cura e introduce un interessantissimo saggio collettaneo, scritto cioè col contributo di un manipolo di esperti di didattica, di pedagogia e di legislazione, che illustrano, nella inoppugnabilità di studi acclarati e di ricerche appassionate attinte anche da ricercatori di grande livello, come Edgar Morin, come cambiare la nostra scuola, ormai al collasso per tutta una serie di problematiche per lo più noti a ciascun docente.
“Rivoluzionare la scuola con gentilezza” è il titolo del saggio, edito da Guerini e Associati, che offre, non solo tutta una serie di spunti e di riflessioni sulle possibilità che i docenti hanno di intervenire nell’affrontare i rapporti coi propri alunni, ma anche dei modi e degli interventi che i governi dovrebbero adottare per rendere finalmente la nostra scuola fra le prime in Europa, come del resto è stato per molti anni.
Rivoluzionare con gentilezza dunque oppure con “lentezza ma a ritmo veloce”, perché ormai appare sempre più intollerabile essere, nelle classifiche europee, negli ultimi posti relativamente al rendimento dei nostri alunni, agli ultimi posti per compensi economici e pure per il riconoscimento della carriera e della professionalità.
E infatti, nel libro, c’è un intervento dedicato proprio ai prof, “Il fattore decisivo sono gli insegnanti” su cui tanto si discute ma che in effetti, pure essendo il nucleo principale di ogni discussione sulla scuola, rimane sempre in un limbo separato, imperscrutabile, mancando sia gli incentivi, sia un del tutto radicale cambiante delle modalità di reclutamento e sia di aggiornamento serio e appropriato, come del resto succede in altri paesi d’Europa, come la Finlandia, ai cui successi, da tutti riconosciuti, è dedicato un capitolo.
Una intera sezione è invece dedicata alla fase operativa, dopo questa interessante panoramica legislativa e “rivoluzionaria”: Come riprogettare il curriculum di matematica; La valutazione, strumento essenziale per l’apprendimento; Una esperienza di apprendimento globale oltre le discipline; Scuola ed emozioni: il ruolo delle neuroeducazione.
Ma ciò che soprattutto alita nel libro è appunto la necessità della rivoluzione per “digitalizzare, innovare metodi e approcci educativi, stimolare la creatività, rompere le barriere tra materie scolastiche, educare alla cittadinanza per consegnare al futuro cittadini consapevoli.
Perché è necessario modificare radicalmente le prassi educative e la stessa organizzazione globale della nostra scuola, senza accontentarsi di correttivi marginali e di facciata”.
E ancora, sottolinea Giannelli: “valicare i confini tra le discipline, connettere e integrare tra loro i diversi apprendimenti scolastici ed extrascolastici per costruire una visione culturale armonica e coerente del mondo che ci circonda, mettere al primo posto l’educazione alla cittadinanza, intesa come formazione di individui consapevoli, sviluppando allo stesso tempo competenze specifiche e trasversali: questi dovrebbero essere gli obiettivi di una scuola «rivoluzionata». Noi educatori – dice Giannelli – dobbiamo adottare un approccio didattico nuovo, e interagire con gli studenti stimolandoli con la bellezza e il con fascino della cultura”.
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