Le giovani donne devono diventare protagoniste della rivoluzione digitale, un percorso ormai inevitabile accelerato dall’emergenza covid 19.
A raccomandarlo è la Commissione UE nel piano presentato per le ’Università del post pandemia. Servono in sostanza meno filosofi e più tecnici e scienziati.
Come riporta Il Messaggero, per Bruxelles le discipline scientifiche sono fondamentali per guidare la transizione verso un’economia digitale in un contesto in rapida evoluzione come quello che stiamo vivendo.
Nel documento approvato dai commissari si legge che le Aziende hanno sempre più necessità di competenze tecniche di alto livello ed è importante provare a coinvolgere sempre anche il mondo femminile in questo ambito, far capire loro quante opportunità si aprono con una laurea di tipo STEM per poterle attrarre in questi studi fin dalle scuole superiori.
Anche il nostro Governo si sta muovendo in questa direzione, Il Ministero delle Pari Opportunità ha investito due Milioni di euro in progetti destinati a far scoprire ed a far appassionare le donne ai numeri. Uno dei tanti progetti nell’ambito del “Nuovo rinascimento” che ha l’obiettivo di far in modo che tutte siano al passo con le sfide e i lavori di domani e far superare vecchi stereotipi che vedono le materie tecniche appannaggio per i soli uomini. I voti reali dicono il contrario: il 40% delle ragazze ottengono un voto superiore a 9 nelle materie scientifiche mentre i ragazzi non superano il 30%, però solo 12 donne su 1000 si laureano in discipline STEM, anche se l’Italia va meglio degli altri Paese Europei, con una percentuale del 36% degli iscritti in materie scientifiche contro la media europea del 32.
Il mercato del lavoro, però, di fatto non sembra premiare il mondo femminile, dopo cinque anni dalla laurea, infatti, il tasso di occupazione degli uomini laureati nei corsi Stem (92%) è più elevato di quello delle donne (85%). Un gap notevole anche negli stipendi. I laureati guadagnano il 25% in più delle laureate. Per non parlare delle carriere, solo 1 manager Stem su 5 è di donna. Numeri concreti che non hanno spiegazioni nella qualità degli studi delle donne.
Un sistema per eliminare o accorciare il gap è sicuramente quello di lavorare sulla cultura e sull’informazione, far capire loro quali possono essere i ruoli ricoperti nelle aziende con certi titoli di studio.
Il progetto “Deploy your Talents” è una campagna europea promossa da CSR Europe e realizzata in Italia dalla Fondazione Sodalitas, che va in questa direzione avendo l’obiettivo di far comprendere ai ragazzi delle scuole l’importanza degli studi tecnico-scientifici, mostrare loro i tanti mestieri che può fare chi ha seguito questi percorsi e soprattutto superare gli stereotipi. Un’iniziativa che ha coinvolto finora 33 imprese e 2.300 studenti.
La rivoluzione digitale corre ancora più veloce dopo il Covid, un futuro che vedrà sempre più protagonista la matematica, esperti di calcoli e gli Atenei sembra non ne offrono abbastanza rispetto alle esigenze del mercato del lavoro.
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