Non poteva mancare la reazione della Flc-Cgil della Sicilia alle dichiarazioni del ministro Valditara che vorrebbe chiudere il reddito di cittadinanza a coloro che non hanno frequentato le scuole.
Come del resto anche noi abbiamo sottolineato, spesso gli abbandoni scolastici coincidono o con il lavoro in nero prematuro o con situazioni di grande disagio sociale, ambientale e culturale le cui colpe non si possono addossare al singolo studente o alle famiglie, ma ad uno Stato che ha lasciato i territori del Sud a fare i conti con i più alti tassi di disoccupazione e dunque di povertà e dunque di miseria culturale e dunque, per conseguenza logica, anche di abbandoni.
Scrive in un comunicato il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza: “Sono offensive e inaccettabili le dichiarazioni del ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, quando afferma che chi non ha completato il percorso di studi non può avere diritto al reddito di cittadinanza”.
“Come sempre una classe politica che è lontana distante dalla realtà dei fatti dai luoghi dove la disperazione si vive quotidianamente. Perché forse il ministro non sa che chi non ha completato il percorso di studi possibilmente è perché è stato costretto a lavorare e forse è stato costretto a lavorare anche in nero”.
“Se la Sicilia è prima in Italia come dispersione scolastica e raggiunge punte anche del 25% è lì che bisogna intervenire aiutando proprio quelle persone che sono in difficolta e che non possono mantenere i propri figli a scuola. Questo succede soprattutto nei quartieri più disagiati della nostra Regione, ma anche in Italia. Penso a Librino (Catania), allo Zen (Palermo) e a tanti altri quartieri delle nostre città. È lì che invece lo Stato deve intervenire, garantendo la sua presenza perché è assente in certi contesti territoriali e deve partire da un aiuto economico, non tagliando le risorse”.