Roberto Ricci, presidente Invalsi, nel corso di una intervista vita.it, risponde a una evidente discrasia tra i voti riportati dai maturandi del sud agli esami di stato e i risultati Invalsi, che la nostra rivista aveva già rilevato.
In modo particolare in Calabria, “dove 6 studenti su 10 erano sotto il livello base in italiano, ultimi nei testi Invalsi, sono risultati prime nell’assegnazione dei 10 e lode: uno su 15. In Lombardia uno su 66”.
In altre parole, come riporta il Minstero dell’istruzione, la regione che registra il più alto numero di diplomati con lode – in termini percentuali – è la Calabria (6,6%), seguita da Puglia (6,3%), Umbria (5%) e Sicilia (4,8%). Ultima è la Lombardia, dove hanno preso la lode solo 1,5 studenti su cento, mentre la media nazionale dice che ha meritato il 100 e lode il 3,4% degli studenti. Dunque, come si spiega?
Secondo Ricci tutto si basa sul “rapporto tra la valutazione di scuola e la valutazione standardizzata. La valutazione di scuola osserva anche tanti altri aspetti del ragazzo, che non la valutazione standardizzata non osserva, per questo io non mi scandalizzo che ci siano delle differenze, ma deve esistere – soprattutto alla maturità – una certa relazione tra le due cose. Benvenga una valutazione squisitamente di scuola, calata sullo studente, però questa non può prescindere da uno sguardo più ampio”.
Diverso il discorso sulla percentuale di promossi agli esami di stato che sfiora il 100%, che non deve scandalizzare perchè la selezione è fatta a valle: “per dieci studenti che si iscrivono in prima, purtroppo non ne arrivano più di 8 o a volte 7 e mezzo alla maturità. Anzi, questa polemica del 98,5% di promossi… la leggo in questo modo: nonostante quel 20% che abbiamo perso, un’altra percentuale di ragazzi la perdiamo in sede di esame finale. Quindi il percorso è estremamente selettivo. Lo stesso ragionamento vale per il primo ciclo”.
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