Nella puntata di sabato 21 gennaio del programma di La7 In Altre Parole, condotto dal giornalista Massimo Gramellini, è intervenuto, come sempre, l’ex docente e cantante Roberto Vecchioni. Quest’ultimo ha discusso della recente aggressione ad un dirigente scolastico di Cosenza.
“Mi sembra un gesto inqualificabile, a parte questo intromettersi continuo dei genitori negli affari dei figli”, ha commentato Vecchioni, che poi ha cambiato discorso. “I presidi in realtà sono persone con un sacco di problemi. Io ho avuto un rapporto pessimo con i dirigenti scolastici, tranne con uno: lo zio di Sgarbi, mio preside nei miei primi anni di insegnamento. Era una persona eccezionale: una volta mi fece uscire dalla scuola dopo che gli ho detto che c’era una donna che mi stava lasciando”, ha raccontato.
Ecco un altro aneddoto: “In realtà i presidi vogliono il quieto vivere, vogliono stare per i fatti loro. Ma ci sono anche presidi diversi. Ero commissario di maturità a Palermo. Nell’aula c’erano altri ispettori e girava anche il preside. Io sono andato da lui e gli ho detto: ‘lasci respirare sti ragazzi, che copino anche un po’. E lui mi ha risposto: ‘guardi che non ha capito, io sto controllando gli ispettori affinché non rompano le scatole ai ragazzi”.
Qualche giorno fa sono emersi altri dettagli sul motivo che ha spinto l’aggressore picchiare il preside. Come riporta Il Corriere della Sera, l’uomo si è introdotto nella stanza del dirigente, approfittando di un momento di trambusto. “Non sai cosa ti faccio se non fai come dico io”, queste le parole che gli avrebbe rivolto.
Poi quando il dirigente l’ha avvertito che avrebbe chiamato la polizia, si è avventato contro e, l’ha colpito con uno schiaffo. Ecco le parole della vittima dell’aggressione: “È successo tutto per un motivo banale. L’aggressore voleva che la figlia fosse inserita nel percorso scuola lavoro diverso da quello cui era stata destinata. Il padre pretendeva che la figlia fosse inclusa all’ospedale di Cosenza, e non dirottata alla facoltà di farmacia”.
Già qualche giorno fa lo stesso genitore aveva assunto toni minacciosi con la collaboratrice del preside. “Quando ho spiegato al padre della ragazza che i posti all’ospedale di Cosenza erano ormai saturi e che non potevo inserirla in alcun modo in quel progetto, è andato su tutte le furie”, ha spiegato.
“Me lo sono visto entrare con fare minaccioso e ho cercato di mantenere la calma. Ha sbattuto la porta che si apre solo dall’interno e questo mi ha fatto pensare che potesse essere armato. Quando ha bussato la segretaria e le ho aperto, ho tentato di farle capire che quell’uomo era pericoloso, ma lei non ha capito ed ha chiuso nuovamente la porta”. A quel punto il preside ha cercato di spiegare al genitore le difficoltà d’inserimento della figlia nel progetto dell’ospedale.
“Lui insisteva, avvicinandosi sempre più a me. Ho cercato di raggiungere la porta per uscire, ma lui si è messo davanti, bloccandomi e nello stesso momento mi ha dato uno schiaffo”. L’uomo è poi andato via rendendosi irreperibile, sino a tarda sera quando si è presentato in Questura. È stato interrogato e gli è stato contestato il reato di lesioni aggravate.
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