Roberto Vecchioni, celebre cantante e docente, è stato ospite della trasmissione di Rai1 Ci vuole un fiore, condotta da Francesco Gabbani, nella puntata andata in onda venerdì 21 aprile. L’ex professore di liceo è stato protagonista di un simpatico siparietto nel quale è stata simulata un’interrogazione a proposito del tema della sostenibilità.
Vecchioni ha risposto così alla domanda del conduttore: “La scuola può fare qualcosa per educare le nuove generazioni al green?”. Ecco le parole dell’autore di “Sogna, ragazzo, sogna“: “La scuola può fare moltissimo. Innanzitutto l’ecologia dovrebbe essere una materia fissa a scuola. Togliamo pure un po’ di spazio a certe cose dell’Umanesimo, lo dico a mio discapito. La cosa più importante di tutte è che si capisca in che mondo siamo e in che mondo saremo”.
La riflessione amara di Roberto Vecchioni
Insomma, secondo il cantante l’educazione alla sostenibilità dovrebbe avere priorità nella scuola di oggi, anche rispetto alle materie umanistiche. Ma secondo il professore non si tratta di una cosa davvero applicabile, a causa delle difficoltà con cui si deve confrontare ogni giorno la scuola: “La scuola non può farlo. La scuola italiana, che ha i più grandi professori del mondo, lo so, ha gente che fatica in maniera incredibile, è una Cenerentola, è trattata malissimo, non ha mezzi, non ha niente, non ha programmi unitari. Non c’è modo di trovarsi in nessuna maniera. E quindi siamo indietro, così indietro che l’ecologia arriva di striscio, da un angolo, e i ragazzi la vedono passare davanti e non possono fermarla”.
Vecchioni poi, prima di cantare “Sogna, ragazzo, sogna“, ha concluso dicendo: “Secondo me sognano più i vecchi che i giovani, più vai avanti più sogni”.
Come far capire il “bello” agli studenti?
Ecco alcune parole del professore pronunciate lo scorso settembre, al congresso nazionale Uil Scuola: “La cosa più difficile per gli insegnanti è far capire agli studenti il ‘bello’: quello che c’è dietro, la sofferenza per arrivare ad un obiettivo. Quanto dolore e umanità c’è dietro un’opera di Michelangelo? Le sue opere sono eterne”.
“Si impara – ha detto – soffrendo, stando dentro le cose, vivendole in pieno. La sofferenza è fondamentale nella vita umana, bisogna imparare a conviverci. Quando si insegna ad un ragazzo la grammatica e la letteratura greca, si insegnano espressioni sterminate. Quando escono i giovani dalla cerimonia della scuola, chi ha una preparazione solida sa rispondere alla vita, fatta di sfumature: non di bianco e nero. Se si sbaglia una parola, anche in amore, si rischia di non essere compresi”.
Secondo Roberto Vecchioni “bisogna credere nella forza della propria umanità. Non si può vivere completamente atei. Io fino a qualche tempo fa lo ero…”.