Giungono conferme sull’abbinamento robot-occupazione: in particolare, a beneficiare dei posti di lavoro saranno le professioni in ambito IT, customer facing e risorse umane.
Su questo argomento, sul Corriere delle Comunicazioni, è stato pubblicato un interessante articolo di Federica Meta “Industria 4.0, contrordine: i robot creano lavoro”, in cui spiega come l’automazione, la robotica e L’IA saranno in grado di creare posti di lavoro, cambiamenti in grado di accelerare le competenze dei lavoratori.
Intanto, un interessante report dell’”Institute for the future”, parla del 2030 come anno della consacrazione del rapporto uomo robot, una vera e propria partnership con evidenti impatti su diverse realtà lavorative.
Il rapporto dell’Institute intitolato “The next Era of Human-machine Partnerships” descrive e illustra l’impatto la trasformazione delle nostre vite che intelligenza artificiale, robotica, realtà virtuale e cloud computing porteranno nel prossimo decennio, cosi come importante saranno le evoluzioni che queste tecnologie causeranno al mondo del lavoro.
Gli enormi passi avanti sulle tecnologie, in particolare sul software e sulle analisi di grandi mole di dati consentirà di avere dei veri e propri uomini –robot, assistenti personali che saranno in grado di supportare in modo predittivo l’uomo grazie all’integrazione di queste tecnologie con l’intelligenza artificiale.
Come riporta il Corriere delle Comunicazioni (qui articolo completo), “la tecnologia, non rimpiazzerà necessariamente i lavoratori, ma il processo con cui il lavoro cambierà. Il lavoro smetterà di essere un luogo per trasformarsi invece in una serie di attività”.
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La tecnologia del “machine learning” sarà in grado di rendere facilmente ricercabili le competenze di ogni singolo individuo. Molti i settori impattati, tra tutti: marketing, salute, sicurezza.
Tuttavia, ci sono anche altri tipi di ricerche. Che indicano tendenze opposte: c’è chi parla di 4 lavori su 10 che rischiano di essere rimpiazzati dai robot, altri esperti parlano di possibile perdita di controllo di questi robot ormai già capaci di guidare la macchina, di giocare a scacchi, e di imparare velocemente i nostri comportamenti grazie allo strumento “deep learning” cioè apprendimento approfondito, ovvero algoritmi che permettono al sistema informatico di comprendere come funziona il cervello umano e imitarlo.
Non sappiamo quale tra queste teorie e report saranno la verità dei prossimi anni , di certo il tema non deve essere affrontato solo da un punto di vista tecnologico, ma anche da un punto di vista etico, sociale, legislativo ed economico.
Il 2030 è alle porte, i bambini dell’attuale scuola Primaria saranno i lavoratori e le persone che subiranno in tutti i sensi questi evidenti impatti delle nuove tecnologie. Alla scuola spetta il ruolo e l’onere di farli arrivare preparati a questa rivoluzione.
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