L’intelligenza artificiale si sta facendo sempre più sofisticata, tanto da trasformarsi in robot in grado di sostituire diverse professionalità o di ridurne fortemente il numero: è il caso del medici delle corsie ospedaliere oppure degli avvocati.
Sull’ultimo numero della rivista futuristica Technology Review, prodotta dal media company indipendente del Massachusetts Institute of Technology di Boston, i ricercatori sostengono che grazie all’intelligenza artificiale si possono analizzare milioni di documenti, note legali e resoconti di cause per trovare quelli più appropriati a preparare un caso.
È “un lavoro certosino – scrive l’Ansa – che al momento compiono negli Usa i ‘paralegals’, persone in genere non laureate, e gli avvocati associati all’inizio della carriera. Una analisi di McKinsey ha stimato che il 22% del lavoro degli avvocati e il 35% di quello degli assistenti potrebbe essere automatizzato, e già ci sono esempi come quello di JPMorgan, che ha da poco annunciato che sta usando un software chiamato ‘Contract Intelligence’ che in pochi minuti fa il lavoro per cui servivano 360mila ore l’anno di sforzi ‘umani’”.
Sembra che negli Stati Uniti, grazie all’agevole reperimento dei dati on line, siano già state create diverse compagnie che sviluppano software in questo campo.
“Mi aspetto che gli studi, sapendo che la tecnologia può fare molti dei lavori ripetitivi, non vorranno più farli fare agli avvocati – dice il direttore del progetto Adam Ziegler -. Perchè pagare per un associato per fare quello che un computer può fare più velocemente?”.
Queste novità potrebbero avere influssi diretti, purtroppo negativi, per l’occupazione. Soprattutto per gli ambienti di lavoro dove si fa produzione. Secondo Carl Benedikt Frey e Michael Osborne della Oxford University, il 47% dei posti negli Usa è ad alto rischio. Anche il World Economic Forum, in un documento del 2016, prevede oltre 5 milioni di posti in meno.
Non tutte le professioni, però, perderanno posti. La società di ricerca Gartner, ricorda ancora l’Ansa, ritiene che fino al 2019 l’assistenza sanitaria, il settore pubblico e l’istruzione vedranno una domanda di lavoro in continua crescita.
La Scuola, quindi, non solo non perderà posti nell’immediato, ma in prospettiva è destinata ad incrementare posti di lavoro. Del resto, la formazione di un bambino o di un ragazzo non più di certo essere delegata ad una “macchina”. Semmai, questa, può essere utilizzata a supporto.
Inoltre, a governare i robot e, in generale, l’intelligenza artificiale, dovrà esserci pur qualcuno? E costoro andranno pure formati, sicuramente a scuola per le conoscenze di base, ma anche per acquisire, tramite corsi di specializzazione, le competenze più tecniche.
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