La robotica a scuola sta rivoluzionando i metodi d’insegnamento e d’apprendimento, rendendo entrambi più piacevoli, per insegnanti, bambini e ragazzi.
Più piacevoli perché i robot sono percepiti da tutti, adulti e bambini, come momento ludico, di divertimento, di gioco, più che come un vero momento d’apprendimento. Ed è dimostrato che migliorano anche le interazioni fra studenti e fra questi e gli insegnanti.
A tal riguardo si ricorda che la Maker Faire, la fiera dell’artigianato digitale in programma a Roma dal 12 al 14 ottobre, entra nelle scuole con workshop, laboratori e seminari, non solo per ragazzi ma anche per insegnanti.
L’obiettivo è promuovere la robotica e le nuove tecnologie nelle classi. A salire in cattedra per l’occasione anche un insolito docente per bambini. Si chiama ‘Cubetto’ ed è il primo robot educatore.
Realizzato in legno, Cubetto può essere impiegato fin dai 3 anni, senza la necessità di avere tablet, pc o altri dispositivi. La sua programmazione avviene infatti con tasselli colorati che gli permettono di muoversi nello spazio. Giocando con Cubetto, i bambini possono così imparare le basi del pensiero computazionale, prima ancora di leggere o scrivere.
Alla Maker Faire si discuterà di industria 4.0, intelligenza artificiale, e ci sarà spazio per dibattiti sull’utilizzo degli smartphone o dei social network in classe. Nei prossimi anni i robot sono destinati a uscire dalle fabbriche e una collaborazione sicura e intelligente tra uomo e macchina sarà applicabile anche nella vita quotidiana.
Alla robotica sta succedendo quello che accadde tra gli anni Ottanta e Novanta all’informatica: allora, a scuola solo i nerd programmavano, poi l’informatica è diventata più semplice e quasi tutti si sono avvicinati alle nuove tecnologie.
Questa stessa evoluzione caratterizza oggi la robotica: da dominio di soli esperti sta passando a un uso sempre più diffuso, in ambiti diversi, dall’assistenza alla sanità.