Bella l’iniziativa di Rai Radio 3 che, in occasione del centenario rodariano, ha deciso di dedicare il programma Pantheon a Le parole della fantasia, proponendo l’ascolto delle registrazioni del corso che Rodari tenne nel 1972 a Reggio Emilia, unite alle testimonianze degli insegnanti che presero parte a quelle straordinarie giornate di formazione.
Furono incontri importanti, sia per gli insegnanti, che ebbero l’opportunità di ascoltare Rodari e di discutere con lui dell’importanza dell’immaginazione e delle tecniche per stimolarla, che per lo scrittore, che ebbe modo di saggiare contenuti e modalità comunicative del prezioso libro a cui stava lavorando, Grammatica della fantasia, poi pubblicato nel 1973. Le prime puntate sono andate in onda il 4 e l’11 aprile e sono disponibili in podcast, le altre saranno trasmesse, per altre 11 puntate, ogni sabato alle 18, su Radio 3.
Molti testi rodariani nascono dalle tecniche descritte nella Grammatica, come il binomio fantastico o le fiabe a rovescio, per citare le più note. Non si tratta di esercizi di stile, ma di testi densi di significato, come si vede bene nella splendida quartina Alla formica:
Chiedo scusa alla favola antica,
se non mi piace l’avara formica.
Io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende, regala.
In pochi versi Rodari contesta i valori della celebre favola esopiana e ne propone di nuovi. Ci svela l’avarizia della formica, ritratta da Esopo in poi come infaticabile e paziente lavoratrice, schierandosi senza esitazioni dalla parte della cicala, improduttiva ma generosa.
La riscrittura in versi si carica anche di significati attualissimi: la condanna della formica, infatti, implica la critica a una società fondata esclusivamente sul mito della produttività, che considera inutile tutto ciò che non crea profitto. La cicala, invece, che regala il suo canto, diventa incarnazione della poesia ma anche dell’arte, della musica, di tutte quelle attività che servono “all’uomo completo”, come scrive Rodari nella Grammatica della fantasia, aggiungendo: “Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del profitto) ha bisogno di uomini a metà […] vuol dire che è fatta male e che bisogna cambiarla. Per cambiarla, occorrono uomini creativi, che sappiano usare la loro immaginazione”.
Ecco perché Grammatica della fantasia è più attuale e necessaria che mai.
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