Nel comunicato diffuso dal Ministero dell’istruzione, la Gelmini evidenzia che si vuole “veramente raggiungere una piena integrazione è indispensabile conoscere quanti potenziali studenti non sono mandati a scuola dai genitori”.
Con riferimento alla rilevazione di tutti i bambini presenti nei campi nomadi attraverso le impronte digitali, nonostante le perplessità avanzate da vari settori e i pareri contrari, con la ferma posizione espressa dall’Unione Europea, il Ministro ha difeso il provvedimento affermando che non si tratta di “uno strumento di discriminazione ma di tutela nei confronti di bambini che molto spesso sono indirizzati alla delinquenza e all’accattonaggio”.
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