Desterà sicuramente scalpore la vicenda, resa nota dal Corriere della Sera, riguardo le accuse di molestie sessuali per un docente di filosofia del Liceo Torquato Tasso di Roma, uno dei più prestigiosi della Capitale.
La prima a denunciare è stata una minorenne. Poi si è fatta avanti un’altra. Infine una terza, diciottenne, si è presentata ai magistrati. Tutte hanno raccontato lo stesso comportamento depositando la chat memorizzata nel proprio cellulare. I messaggi non richiedono sforzi interpretativi, sono tutti perfettamente espliciti. WhatsApp serviva a veicolare le avance del docente. L’uomo è già stato iscritto sul registro degli indagati e potrebbe essere interrogato a breve.
Il meccanismo sembra consolidato: ho il tuo cellulare, sei una mia studentessa, prendo l’iniziativa. Sono arbitro delle tue sorti (scolastiche), non puoi denunciarmi. Se lo fai è a tuo rischio e pericolo. La versione offerta dalle ragazze coincide: siamo decisamente fuori dal perimetro di un comune flirt.
Gli investigatori stanno approfondendo ogni dettaglio, incluso quello più banale. Non è affatto chiaro come e perché si sia sentito autorizzato a invadere la sfera emotiva delle ragazze. Ma non è questo l’unico interrogativo che rimane aperto.
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