Un gesto inaudito che non è assolutamente passato inosservato. Un docente di un istituto del centro della Capitale si è permesso di tagliare una ciocca di capelli ad una studentessa iraniana in quanto, a suo avviso, viste le sue origini, la ragazza dovrebbe partecipare così alle lotte che stanno scuotendo l’Iran in questi giorni in seguito alla scomparsa di Mahsa Amini, ragazza 22enne della cui morte è accusata la cosiddetta polizia morale del paese, che l’ha fermata perché non indossava correttamente il velo.
Una situazione surreale quella che ha avuto luogo in una scuola romana, riportata da La Repubblica. Un docente ha pensato bene di discutere in classe degli ultimi avvenimenti in Iran; successivamente si è avvicinato al banco di una studentessa iraniana, ha preso delle forbici che aveva vicino al suo astuccio e ha deciso arbitrariamente di tagliarle un ciuffo di capelli. La ragazzina è rimasta paralizzata e imbarazzata, tra le risate di scherno dei compagni. Il docente, mentre ha tagliato i capelli dell’alunna, ha detto: “Proprio tu, che hai origini iraniane, dimmi, non ti sembrerebbe giusto sostenere la lotta delle donne nel tuo Paese? Non ti taglieresti una ciocca di capelli per testimoniarlo?”.
Molte donne stanno infatti alzando la voce contro le rigide prescrizioni vigenti in Iran. Mahsa Amini è stata fermata dalla polizia per un motivo assurdo: si è legata i capelli in una coda di cavallo senza indossare il velo. In suo onore molte ragazze, in tutto il mondo, si stanno tagliando ciocche di capelli come gesto pacifico di protesta.
Ovviamente, ci saranno delle conseguenze. La famiglia dell’alunna non ha ovviamente gradito, mentre l’insegnante a quanto pare non ha compreso davvero la gravità del suo gesto. Nel frattempo la dirigenza dell’istituto ha fatto partire un procedimento disciplinare.
La Rete degli studenti medi parla di “violenza” nei confronti della studentessa e chiede che il docente venga punito. “È gravissimo quanto accaduto – spiegano dal comitato – . Pensavamo che gli abusi di potere da parte dei docenti appartenessero a un’altra epoca. Oggi gli studenti hanno diritti e dignità riconosciuti da leggi e statuti. Non possiamo tollerare che si usi violenza su una studentessa e si rimanga impuniti. Speriamo che gli uffici competenti si attivino al più presto per fare luce su quanto accaduto e che partano delle procedure adeguate”.
Sulla questione è intervenuta anche Eleonora Mattia, presidente della commissione Pari opportunità del consiglio della Regione: “Se confermato quanto emerge dalle ricostruzioni, il fatto sarebbe molto grave. È fondamentale diffondere consapevolezza nelle giovani generazioni sulle questioni internazionali, ma altrettanto importante è rispettare l’autonomia dei ragazzi e delle ragazze. Rifiutiamo ogni strumentalizzazione di minori, nel pieno rispetto della loro integrità fisica e della libertà di azione. Che le giovani ragazze siano indipendenti e libere di conoscere e appoggiare la battaglia delle sorelle iraniane senza forzature o umiliazioni inaccettabili”.
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