Il mondo della scuola è in ginocchio. Dopo vent’anni di tagli alla spesa e di riforme si iniziano a vedere i risultati di un processo lento ma continuativo, un processo finalizzato allo smantellamento del diritto allo studio.
La Buona Scuola rientra in questo processo e anche se il Governo cerca di farla sembrare un grande piano di investimenti per la scuola i dati mostrano il contrario: nelle classi mancano circa 30mila insegnanti di sostegno, i contributi scolastici ovunque si iniziano a imporre con la forza (ultimo caso a Napoli) in quanto mancano all’appello almeno 150 milioni per il funzionamento ordinario delle scuole e il grande piano di assunzioni si è rilevato un flop: su 150 mila assunzioni iniziali quelle effettive sono state non più di 71 mila.
Gli insegnanti a maggio hanno mostrato una combattività senza precedenti con un grande sciopero generale e un’adesione di massa al blocco degli scrutini. È opinione diffusa fra insegnanti e studenti che sia stato un grave errore della direzione sindacale, in quel contesto, non aver voluto convocato un blocco degli scrutini a oltranza che avrebbe spinto il conflitto e molto probabilmente fatto arenare definitivamente la riforma.
Le richieste di ritiro alla legge, così come quelle di maggiori fondi all’istruzione, resteranno solo parole se non accompagnate da una mobilitazione nazionale, generalizzata a tutti gli strati della società e di lungo respiro. Lo abbiamo visto più volte nel corso della storia, i governi capiscono solo la lotta e i rapporti di forza che da essa scaturiscono.
Sempre in Lotta è stata in prima fila nelle mobilitazioni contro la Buona Scuola, e saremo presenti in tutti gli appuntamenti di lotta dell’autunno, da quelli studenteschi del 2 e del 9 ottobre, alla giornata di mobilitazione del 24. Dobbiamo essere però sinceri: se il tenore delle mobilitazioni resterà quello di convocazioni routinarie, che non facciano percepire una strategia di lotta in grado di piegare la controparte, ci troveremo ancora una volta a discutere solo di come limitare i danni.
Nonostante la riforma sia stata approvata, la combattività che si è vista all’assemblea nazionale di Bologna di inizio settembre e in queste settimane nelle assemblee sindacali dei docenti (a Firenze 4000 docenti riuniti in un giorno) dimostra che c’è ancora voglia di lottare!
Per tale motivo, lanciamo un appello come studenti di Sempre in Lotta affinché i sindacati, e in primo luogo la Flc, promuovano iniziative e assemblee in tutte le scuole per rilanciare una vera mobilitazione che porti già all’inizio di novembre a uno sciopero generale in difesa della scuola, per bloccare l’applicazione della riforma della Buona Scuola, garantire le assunzioni necessarie senza trasferimenti coatti e le risorse necessarie per il funzionamento delle scuole.
L’appello, tuttavia, non si limita alle sole organizzazioni sindacali, ma si estende anche alle altre organizzazioni studentesche e in particolare all’Unione degli Studenti, principale promotrice della data di mobilitazione del 9 ottobre.
Ai compagni delle altre organizzazione studentesche chiediamo che il 9 non sia una semplice data di mobilitazione studentesca ma che diventi la data della richiesta del mondo giovanile di uno sciopero generale della scuola. Non possiamo più permetterci il rituale del secondo venerdì di ottobre che esaurisce il suo potenziale in pochissimo tempo. Dobbiamo far partire una lotta nel Paese, una lotta che deve avere come trampolino di lancio proprio il 9 ottobre.
Per fare ciò chiediamo che la parola d’ordine dello sciopero generale entri nella piattaforma dei cortei del 9, e che i cortei si aprano con striscioni che chiedano lo sciopero generale. Uno sciopero che, se convocato, dovremo da subito lavorare perché sia il più forte possibile e perché sia solo l’apertura di una lotta generale che ci veda, finalmente, vincere.
Facciamo sentire agli studenti e ai lavoratori di tutto il Paese che i giovani vogliono rialzare la testa!
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