A 96 anni è scomparsa a Roma Rossana Rossanda, comunista, giornalista, intellettuale raffinata, scrittrice, fondatrice del Manifesto, amica di Jean Paul Sartre, fino all’ultimo ha sostenuto la causa delle donne, rappresentata sempre dalla sinistra, come il sostegno alla Natura e alle persone più fragili e più deboli della società.
Nata a Pola nel 1924, partecipò alla Resistenza, poi divenne dirigente del Partito Comunista Italiano per la politica culturale del Pci da cui fu radiata per le sue posizioni vice all’estrema sinistra, per cui, nel 1969 fonda il gruppo politico e la rivista ‘il Manifesto, quotidiano dal ’71, insieme a Luigi Pintor, Valentino Parlato, Lucio Magri e Luciana Castellina.
Lucida, laica, politicamente razionale, di grande interesse la sua autobiografia, pubblicata nel 2005 per Einaudi e dal titolo “La ragazza del secolo scorso”, narra un pezzo di storia della nostra Nazione, mentre memorabili le sue lotte sulle colonne del ‘Manifesto’ di cui fu anche direttrice, a favore dei movimenti operai e femministi.
Nel 1979 pubblica Le altre e Conversazioni sulle parole della politica (Feltrinelli); nel 1981 Un viaggio inutile (Einaudi); nel 1987 Anche per me. Donna, persona, memoria, dal 1973 al 1986 (Feltrinelli); nel 1996 La vita breve.
Rossana Rossanda, nel “Manifesto per un nuovo femminismo”, sull’Espresso del 13 maggio 2019, scriveva: “È importante che la battaglia per i diritti delle donne sia più estesa e condivisa possibile, contro una “cultura maschilista”, intesa anche nell’accezione di “senso comune” di derivazione greca, romana e giudaica, ma si dovrebbe dire anche egizia o cretese, culture che hanno in comune una visione binaria della sessualità, sulla quale si innesta il principio della famiglia patriarcale come “società naturale “, basata sulla divisione gerarchica fra maschio e femmina.”
“Indipendentemente dalle opinioni politiche, Rossana Rossanda fu uno spirito libero e battagliero, una persona che difendeva le proprie idee anche a costo dell’isolamento o del discredito. Pensare con la propria testa e rimanere saldi nelle proprie convinzioni non è semplice nell’attuale società, in cui “vendersi” diventa il modo più veloce per affermarsi. Proprio per questo tale personaggio può costituire un esempio di pensiero divergente costruttivo: così commenta il Il Coordinamento Nazionale dei Docenti delle discipline dei Diritti Umani che ha voluto ricordare un’intellettuale di rara profondità e audacia.
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