"Sono un maestro elementare, conosco le difficoltà che i colleghi vivono e le loro paure di questi giorni. Leggo tutto quello che mi viene scritto da molti di loro, i consigli e le critiche. È giusto, non vanno tagliati posti di lavoro. E così dovrà essere…".
Dunque l’orario di lezione degli insegnanti di scuola media e superiore non passerà più dalle attuali 18 ore a 24, a parità di stipendio.
Il governo sta lavorando, si legge sul quotidiano, ad una soluzione diversa: i fondi possono essere recuperati su altri capitoli di spesa, ma non sul personale. Lo stesso ministro dell’Istruzione Francesco Profumo si è dichiarato disponibile a tornare sui propri passi.
E infatti Rossi-Doria, consapevole di rischiare di passare agli occhi di milioni di italiani come l’esecutivo che tutela solo i forti e i garantiti, dichiara: "Far passare un maggiore orario nella scuola media di primo e secondo grado dentro una norma sulla stabilità comporta evidenti rischi politici. Una norma sul tempo di lavoro di chi è già occupato e di chi è precario deve passare attraverso una concertazione seria con tutti i protagonisti. Il mio impegno è per cambiare la norma durante la discussione parlamentare".
Fra l’altro, continua il sottosegretario, oltre ai sindacati “tutte le forze politiche hanno fatto notare che, accanto alle questioni innescate dall’aumento di orario, scatterebbe un ulteriore taglio per quei docenti che non hanno una posizione stabile. Ho sempre pensato che questo tipo di scelta va evitata, sono contrario al taglio di ulteriori posti di lavoro. I precari stabili sono persone con cui spesso ho lavorato fianco a fianco e hanno fatto funzionare la scuola italiana. Il tema semmai è un piano che salvaguardi il principio dei concorsi, giustamente ripristinati, e preveda una agenda di stabilizzazione per chi già lavora nella scuola".
“Per reperire soldi per investimenti nella scuola occorre che la comunità nazionale rifletta su dove e come fare economie. Nel caso in questione anche il ministro Giarda ha ribadito alla Camera a nome del governo che si possono trovare altre soluzioni rispetto alla modifica oraria prospettata, a patto di rispettare quanto la spending review approvata dal parlamento ha deciso". E per reperire i fondi già alla Camera si sta “lavorando con i gruppi parlamentari".
Se poi sia opportuno, al di là del risparmio, aumentare le ore di insegnamento ai docenti, Rossi Doria conferma quanto scritto nel suo Blog: "Lo ribadisco: la scuola non ha bisogno di stravolgimenti, ma di innovazione. In questo senso va considerato che, in Europa, solo l’Italia fa coincidere l’orario di lavoro del docente con l’attività didattica in classe. Penso che il modello delle 24 ore delle scuole elementari possa essere esteso alle superiori: una parte dell’orario deve andare alla programmazione didattica, un’altra ai collegi e ai rapporti con le famiglie, al lavoro di recupero delle carenze di formazione, alla promozione delle eccellenze. Ma questo grande cambiamento ha bisogno di tempi più lunghi e di stare dentro una grande discussione nazionale, un nuovo patto per la scuola che ha bisogno del contributo di tutti, insegnanti, sindacati, associazioni, forze politiche".
“Una scelta del genere, l’aumento a 24 ore a settimana, “ va condivisa attraverso un confronto culturale, sindacale e pedagogico. Dovrà essere data ai docenti, inoltre, la possibilità di scegliere in maniera più flessibile l’orario di lavoro. Al tempo stesso, l’innalzamento dell’orario a 24 ore va accompagnato con un programma di graduale assorbimento dei precari. Ecco, tutto questo richiede concertazione, gradualità, e tempi più lunghi per poter essere realizzato".
E i tempi più lunghi si riferiscono, secondo il sottosegretario, e "se ci sono le condizioni entro il 2015".
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