“Stiamo facendo 120 prototipi sulla dispersione scolastica in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania e spero di poter fare lo stesso nelle periferie urbane del Centro Nord. Alcune risorse ci sono, non sono proprio tutte quelle di cui avremmo bisogno, ma ci sono.”
Sulla protesta dei precari e delle modalità d’accesso all’insegnamento aggiunge: “I precari sono persone straordinarie che hanno dato molto alla scuola italiana e questo non è un passaggio facile. Si ritorna a quando si è deciso che il 50% dovesse entrare dalle graduatorie e il 50% dai concorsi, peccato che questa promessa è stata disattesa.
Se i precari dicono che andremo più lentamente, certo si deve a un applicazione di una norma che già c’era e al fatto che molti non andranno in pensione subito. Anche se ritardato ci sarà il turn over. Io credo che dovevamo ritornare alla norma. E’ un giro di boa per riparare il passato e guardare al futuro”
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