A luglio sulla governance degli enti di ricerca si diceva così: “Secondo la risoluzione la governance del sistema della ricerca deve essere ricondotta alla Presidenza del Consiglio e si deve realizzare attraverso tre livelli: la definizione delle politiche della ricerca e dei relativi stanziamenti, tramite la costituzione di un Comitato interministeriale della ricerca (CIR), presieduto dal Presidente del Consiglio, che sviluppa gli atti di indirizzo e le priorità strategiche; la gestione degli strumenti di finanziamento, tramite l’Agenzia nazionale della ricerca (ANR) con compiti di gestione centralizzata di tutti i finanziamenti dedicati alla ricerca, elaborazione bandi, assegnazione, supporto alla pianificazione e realizzazione di domande di accesso ai fondi europei, valutazione dei progetti di ricerca con referee esterni e study sessions, adottando meccanismi e schemi di organizzazione e valutazione simili a quelli dell’European Research Council (ERC); i soggetti attuatori delle politiche di ricerca, cioè il sistema unitario degli EPR, delle università, dei consorzi, delle imprese e degli altri soggetti attuatori, che, in piena autonomia responsabile, implementano le linee programmatiche e gli obiettivi generali delineati dal CIR e declinati nel PNR. Quanto al Miur, va trasformato in Ministero dell’istruzione ed alta formazione (MIAF) e le sue attuali competenze nella ricerca (così come quelle degli altri ministeri) dovranno essere trasferite alla Presidenza del Consiglio.
Oggi si scrive: “Tra i punti qualificanti per riformare il settore della ricerca c’è in particolare la proposta di creare un’Agenzia nazionale della ricerca sul modello di quella francese (Anr) che si interfacci direttamente con la Presidenza del Consiglio con «compiti di gestione centralizzata di tutti i finanziamenti dedicati alla ricerca, elaborazione bandi, assegnazione, supporto alla pianificazione e realizzazione di domande di accesso ai fondi europei, valutazione dei progetti di ricerca. La definizione delle politiche della ricerca e dei relativi stanziamenti avverrà quindi tramite una sorta di cabina di regia interministeriale che segnalerà indirizzi e priorità strategiche “. Da quanto detto a luglio, rimane solo da aspettare se realmente verrà cambiato il nome al MIUR in Ministero dell’istruzione ed alta formazione (MIAF).
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