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Rsu: figure virtuali?

Chi pensava che la nascita delle Rsu (rappresentanze sindacali unitarie) potesse in qualche misura servire a semplificare e a migliorare l’organizzazione del lavoro all’interno delle scuole sta per essere clamorosamente smentito dai fatti.
L’ultima vicenda – quella della attribuzione delle funzioni aggiuntive al personale amministrativo e ausiliario – sembra proprio dimostrare che tutto sta accadendo all’insegna della massima gattopardesca "bisogna che tutto cambi perché tutto resti com’è".
Questi – in sintesi – i fatti: c’è un contratto nazionale che introduce le funzioni aggiuntive; esistono successivi contratti nazionali integrativi che fissano la quantità delle risorse assegnate alle singole provincie; vi è un contratto integrativo nazionale che stabilisce i criteri che ciascuna scuola deve seguire per attribuire al personale in servizio le funzioni stesse; nelle ultime settimane in diverse provincie sono stati siglati ulteriori contratti decentrati per precisare (o interpretare) i criteri fissati a livello nazionale.
A questo punto le scuole si vedono assegnati fondi e criteri: e così alle rappresentanze sindacali di istituto e ai dirigenti scolasti non resta altro da fare che prendere atto delle decisioni e degli "orientamenti" già assunti altrove.
C’è da aggiungere – tra l’altro – che i criteri per l’attribuzione degli incarichi sono estremamente rigidi e non lasciano nessun margine né all’interpretazione né tantomeno alla contrattazione: si tratta infatti, molto semplicemente – di redigere una graduatoria di istituto e assegnare gli incarichi in base alla posizione occupata.
Senza contare che le scuole si trovano ad attribuire incarichi in questi giorni e cioè ad un mese dal termine delle attività didattiche. In queste condizioni ogni trattativa di scuola diventa del tutto virtuale in quanto non si potrà fare altro che prendere atto di quanto accaduto nei fatti durante l’anno scolastico.
Con buona pace – appunto – di quanti pensavano che davvero le RSU potessero dare un contributo concreto alla crescita della cultura della autonomia all’interno delle singole istituzioni scolastiche.
Oltretutto questo meccanismo ha di fatto esautorato le stesse rappresentanze sindacali di istituto che – poco per volta – potrebbero stancarsi di limitarsi ad applicare regole a accordi definiti ai livelli superiori. Con quali risultati, è facile immaginare.

Reginaldo Palermo

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