Arriva come un fulmine a ciel sereno un’incredibile ordinanza cautelare del Consiglio di Stato. Si tratta dell’ordinanza, depositata in Segreteria proprio il 20 maggio 2016, che sospende l’efficacia di una sentenza del TAR Lazio concernente il concorso per esami e titoli per il reclutamento del personale docente della scuola indetto con DDG n.82 del 24 settembre 2012. In tale sentenza il TAR Lazio aveva ammesso con riserva al concorso, poi superato, alcune migliaia di docenti che non avevano raggiunto la soglia dei 21/30 nella prova preselettiva. In prima istanza questi docenti sono stati ammessi con riserva nelle graduatorie di merito del concorso ordinario 2012, poi con la sentenza di primo grado tale riserva è stata sciolta e questi docenti sono entrati in ruolo ed alcuni stanno terminando quest’anno anche l’anno di prova.
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Adesso con questa assurda ordinanza del Consiglio di Stato si sostiene che la soglia dei 21/30 posta per la prova preselettiva appare non irragionevole, e decide che la sentenza del TAR Lazio è sospesa in via cautelare. Inoltre il Consiglio di Stato fissa l’udienza pubblica, per discutere nel merito la delicatissima questione, il 20 dicembre 2016. In buona sostanza i docenti immessi in ruolo e che hanno svolto uno o due anni di servizio e che per altro non hanno potuto partecipare, perché assunti in ruolo dalle graduatorie di merito del concorso 2012, al nuovo concorso a cattedra bandito con DDG 105 del 23 febbraio 2016.
Quindi oltre il danno, anche la beffa? Come è possibile fare entrare in ruolo dei docenti, fargli frequentare anche l’anno di prova, giudicarli positivamente e poi ordinare la cancellazione del loro ruolo? D’altronde si tratta di docenti che hanno superato le prove scritte e orali del concorso ordinario 2012, dimostrando di essere preparati ad affrontare questo delicato ruolo. Adesso è necessario che si intervenga a sanare quella che sembra acquisire i contorni di una storia priva di ogni significato logico. Come è possibile sanare questa questione?
La politica e il Miur sono chiamati a dare una risposta ad un caso che potrebbe diventare un vero e proprio scandalo anche per i numeri dei docenti coinvolti a cui è necessario dare immediatamente una risposta.