Le cronache scolastiche sono piene, purtroppo, negli ultimi giorni, di episodi in cui i docenti sono vittime di aggressioni da parte di genitori e alunni.
Molto più spesso le aggressioni fisiche lasciano spazio a quelle verbali con insulti e molestie che creano, comunque, tensioni.
Da una recente indagine di Skuola.net, emerge che i genitori partecipanti ai colloqui, il 7% ha riportato un litigio con uno dei docenti. Questi fenomeni sono più presenti al Nord (12%) e nelle scuole professionali (20%). Nella metà dei casi il litigio si limita a insulti o comunque si ferma alle parole. Nell’altra metà dei casi, invece, diventa violenza fisica che può partire sia dai genitori che dai docenti.
A La Stampa, interviene, Roberta Fanfarillo, che rappresenta i dirigenti scolastici della Flc-Cgil: “C’è una crescente difficoltà a fare da cuscinetto tra le richieste delle famiglie sempre più personali e quelle delle scuole che invece devono tener conto degli interessi di un gruppo. Le famiglie sono sempre più protettive nei confronti dei figli e chiedono alle scuole di adattarsi alle esigenze degli alunni, mentre un tempo era l’alunno a doversi adattare alle regole delle scuole. Un esempio è la richiesta – che prima non esisteva in questi termini – di mandare via dalle classi delle scuole primarie alunni con disturbi di apprendimento. Negli ultimi tempi iniziano ad arrivare lettere ufficiali di gruppi di genitori firmate da avvocati. Tutto questo crea un clima teso che ha serie ripercussioni sulla classe”.
Dunque il ruolo dei docenti si è sempre più svilito, con una perdita di autorevolezza sempre più frequente.
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